CASA NATALE ANTONIO ROSMINI
Loghi Antonio Rosmini Classe 4B Il legame tra Rosmini e Rovereto è profondo, non solo per essere la sua città natale, ma anche per la presenza della Casa Rosmini, situata nel centro storico della città. Questo edificio, oggi sede di un museo e centro culturale, è stato la casa natale del filosofo e conserva numerosi oggetti personali, scritti, manoscritti e una ricca biblioteca. La Casa Rosmini non è solo un luogo della memoria, ma anche un centro di studio e approfondimento sul pensiero rosminiano. Vi si tengono conferenze, mostre temporanee e incontri culturali che mantengono vivo il dialogo tra il passato e il presente, tra la riflessione filosofica e le sfide contemporanee. Visitare la Casa Rosmini significa immergersi nella vita e nel pensiero di un uomo che ha dedicato la propria esistenza alla ricerca della verità, al servizio della Chiesa e all’impegno per una società più giusta e spiritualmente consapevole. Nel solco del legame tra cultura, educazione e territorio, la Casa Rosmini di Rovereto è recentemente diventata protagonista di un interessante progetto didattico e creativo, promosso in collaborazione con il Liceo Artistico Fortunato Depero. Gli studenti della classe 4B, indirizzo grafico, sono stati coinvolti in un percorso di studio e reinterpretazione dell’identità visiva della Casa Rosmini, con l’obiettivo di progettare una nuova proposta di logo. Il progetto ha unito storia, ricerca e creatività. Dopo una visita guidata alla Casa Rosmini e un’attenta analisi della figura del filosofo, gli studenti hanno esplorato i valori che essa rappresenta: spiritualità, conoscenza, dialogo, impegno civile. A partire da questi concetti, ogni alunno ha elaborato una propria proposta grafica, dando forma visiva a un’identità che fosse al tempo stesso moderna e rispettosa del significato storico e culturale del luogo. I loghi proposti sono il frutto di un lavoro collettivo e multidisciplinare, che ha unito competenze artistiche, tecniche di design e riflessione concettuale. Ciascun elaborato racconta un punto di vista diverso sul pensiero rosminiano: alcuni si ispirano all’architettura della casa, altri all’idea di luce e verità, altri ancora alle opere filosofiche e alla figura del fondatore dell’Istituto della Carità. Logo Casa Natale Antonio Rosmini Logo selezionato Alessandra Porru Proposte Loghi
ERASMUS MONACO
Erasmus Monaco Classe 4B I ragazzi della classe 4B del Liceo Fortunato Depero di Rovereto (TN) sono stati accolti dalla città di Monaco con un bellissimo cielo azzurro.Dopo aver posato le valigie in ostello, gli alunni si sono recati a Karlsplatz dove hanno potuto ammirare le architetture neoclassiche e neobarocche. Passando per Kreuzviertel sono arrivati alla Frauenkirche, dove hanno invece ascoltato la leggenda dietro alla sua costruzione.Alle 17 si sono riuniti a Marienplatz ammirando e ascoltando la magica coreografia dell’antico carillon. Quando il motivetto è terminato, gli studenti hanno potuto apprezzare gli interni della Asamkirche, una chiesa in pieno stile barocco. Nella St Jakobs Platz, invece, i ragazzi erano circondati da antiche e moderne architetture urbane.Gli studenti sono andati a visitare la “Städtische Fachoberschule für Gestaltung”, scuola d’arte tedesca e sono partiti per il famoso Olympic Village che ospitò i giochi olimpici nel 1972, attraversando Olympiapark. Fuori dalle ex- piscine olimpiche, i Deperiani hanno registrato con lo smartphone diversi suoni senza saperne precisamente il motivo. Nel ritorno hanno potuto apprezzare il museo della BMW, macchina tedesca per eccellenza e, dopo un gustoso kebab, sono tornati a scuola, dove hanno approfondito i suoni registrati trasformandoli in disegni. La mattina dopo, carichi e volenterosi di creare, impugnando forbici e colla, gli alunni hanno concluso il lavoro sui suoni creando un collage sfarzoso con dei pattern e delle forme geometriche.Con le mani ancora appiccicose, il vaso con quindici girasoli di Van Gogh sorride ai ragazzi che, con una guida affabile e coinvolgente, hanno scoperto le meraviglie dell’Alte Pinakothek. Esausti dalla lunga giornata, hanno fatto una pausa ai giardini inglesi, emblema popolare di Monaco. Alla magica Kunsthalle, i deperiani hanno ammirato le opere della corrente artistica Jugendstil che spaziavano tra vasi, quadri, gioielli, utensili per la casa, tazze, piatti, arazzi, mobili ecc., uscendone con nuove idee e ispirazioni. Nel pomeriggio, con il professor Giuliani, hanno svolto il cosiddetto “Progetto X”, che consisteva nel disegnare la mappa di Monaco a memoria per poi progettare un’installazione utile alla città. La mattina si apre con un corso di scultura del legno: un gruppo di ragazzi, armati di martello e scalpello, hanno creato un porta nicchie che poi è stato tagliato a seconda della forma desiderata dal professore della scuola tedesca mentre l’altro gruppo ha creato dei gioielli con il fil di ferro, scambiandosi i laboratori nel pomeriggio. Dopo un commovente momento di saluti fra professori, alunni tedeschi e studenti della 4B, la classe si è recata a visitare una mostra al Brandhorst, un museo di arte contemporanea con una facciata scandita da inferriate colorate. Nel pomeriggio, invece, alla Pinakothek der Moderne, la mostra su mobili, soprammobili, moto e macchine d’epoca e una su Paola Share ha affascinato gli alunni, tanto da spingere molti a fare più giri. L’ultimo giorno, una mostra audiovisiva ha stranito positivamente i ragazzi che, alla Haus Der Kunst, hanno potuto scoprire l’esistenza di tanti tipi diversi di arte visiva. Alcuni elementi della settimana di Erasmus I musei visitati
La natura al centro
La natura al centro Animali in estinzione Come foglie mosse “La mia idea è di dichiarare che l’arte è l’unica possibilità di evoluzione, l’unica possibilità dicambiare la situazione nel mondo. Ma poi è necessario allargare l’idea dell’arte per includere tutta la creatività. E se lo si fa, ne consegue logicamente che ogni essere vivente è un artista – un artista nel senso che può sviluppare le proprie capacità. E quindi è necessario inizialmente che la società si preoccupi del sistema educativo, che sia garantita l’uguaglianza di opportunità per l’autorealizzazione.”Joseph Beuys Come foglie mosse, il titolo del progetto in collaborazione tra Arte Sella, La Coccinella ed il Liceo delle Arti di Trento e Rovereto con l’obiettivo di fare dell’arte e della cultura, in armonia con il contesto naturale e i luoghi che abitiamo, una forza generativa per lo sviluppo di azioni educative in linea con un’idea di natura come condizione costitutiva della qualità del nostro modo di pensare, di sentire, di vivere. Partendo dall’idea che il futuro ha bisogno di persone competenti e creative per garantire ilrispetto, la cura e la sostenibilità del pianeta, Arte Sella Education propone laboratori, percorsi educativi e workshop pensati per costruire conoscenza dei luoghi e della natura e favorire nelle giovani generazioni e in chi le accompagna lo sviluppo di un sentimento di appartenenza, di rispetto e di responsabilità nei confronti del mondo naturale, per costruire insieme un laboratorio di sperimentazione tra arte contemporanea, natura e scuola. ll programma, chiamato Come foglie mosse, vuole supportare le nuove generazioni, portatrici di una grande forza generatrice che, se ben guidate, sono capaci di danzare, vibrare ed esprimersi, così come le foglie mosse dal vento. La 1° fase svoltasi nei mesi di ottobre e novembre 2023 ha coinvolto le classi 2°A e 2°B del Liceo Depero in attività di laboratorio durante le quali un operatore di Arte Sella Education, in collaborazione con la prof.ssa Chiara Pino, referente del progetto, ha incontrato in modalità online i ragazzi, per un percorso condiviso dedicato all’arte contemporanea in ambito pubblico, per coinvolgere i ragazzi sulla realtà degli ANIMALI IN VIA DI ESTINZIONE, così attiva su territorio Nazionale. Il progetto ha visto il coinvolgimento dei laboratori come design e grafica, così come le discipline plastiche e pittoriche, storia dell’arte, italiano e geostoria in un’ottica interdisciplinare grazie alla collaborazione dei e delle docenti: Fabiana Caione, Deborah Lot, Matteo Manfrini, Maria Menguzzato, Milena Pedrollo, Valentina Puglisi, Marina Rosset, Mary Saccardo, Renzo Saffi, Manuela Salvi e Paola Susta. Dopo aver creato gli animali e le tavole afferenti al progetto si è provveduto entro la fine del mese di gennaio 2024 ad installare le opere lungo le vie del centro di Rovereto.La seconda fase del progetto, svoltasi tra metà aprile e inizio maggio, ha previsto un’uscita didattica per un’intera giornata ad Artesella in Valsugana con una visita alle installazioni artistiche del Giardino di Villa Strobele e all’Area di Malga Costa.L’uscita ha coinvolto anche il Dipartimento di Scienze Motorie – con Matteo Lazzizzera e Sabrina Consolati – che, nell’ambito dell’iniziativa e in riferimento al progetto “Scuola e Montagna”, ha organizzato un trekking in loco a partire da Villa Strobele e fino a Malga Costa. La fase operativa del progetto si è conclusa il 2 maggio 2024 con l’uscita sul territorio delle classi 2°A e 2°B.Questa iniziativa ha creato un ponte con il triennio del Depero, che con Il progetto di comunicazione visiva “Animali in via di estinzione” – curato dalle docenti di discipline grafiche M. Eletta Baroni, di fotografia Ilaria Piazza, di type Susanna Villanova – ha affrontato il tema di alcune specie a rischio di scomparsa a causa dell’attività antropica. Ogni studente ha creato un poster, partendo da una ricerca su un animale specifico, individuando le cause che lo stanno portando all’estinzione e raccontandole attraverso il proprio lavoro. Questi poster, che fanno parte di una campagna di comunicazione sociale, sono stati esposti il 13 e 14 di settembre 2024 durante Rovereto & Comics al parco delle sculture del Mart, insieme ad altri manufatti e sculture sul medesimo tema.L’obiettivo principale è stato sensibilizzare e promuovere la consapevolezza riguardo a questi animali che stanno progressivamente avvicinandosi a una fine inevitabile. Conoscere questa realtà ci fa capire che, come società, dobbiamo cambiare le nostre abitudini per salvaguardare gli animali e il futuro nostro e del pianeta.”
Parole che fanno rumore
Parole che fanno rumore Al Depero tra i banchi della 1°D “Parole che fanno rumore” è il titolo del premio artistico-letterario “Giuseppe Melchionna”, organizzato dall’ Associazione Prodigio e giunto all’ottava edizione. Un premio, nato per sensibilizzare all’impegno contro ogni forma di discriminazione e violenza, cui ha partecipato la classe 1°D del liceo artistico “Fortunaro Depero”. La premiazione, che si svolgerà il 7 giugno 2024 a Trento alle ore 16, vedrà protagonisti nella Sezione narrativa Talento under 18 le studentesse Viola Beaco e Natalie Civettini ex aequo, e per la Sezione ragazzi l’intero gruppo classe. Inoltre una terza alunna, Alice Bertotti, è stata selezionata tra le finaliste Talento under 18. Gli studenti vincitori riceveranno in premio un buono valido per l’acquisto di libri e i dieci migliori racconti, poesie e fotografie verranno inseriti in un’antologia a cura dell’Associazione PRODIGIO ODV, che verrà regalata ai vincitori e ai finalisti presenti alla premiazione.Ha contribuito a questo felice risultato il percorso di narratologia, curato dal prof. Alessandro Contino, a cui la classe ha partecipato con impegno ed interesse. “Basta poco per cambiare le cose, talvolta anche solo una parola. Al silenzio di una violenza e di un’ingiustizia, il linguaggio rappresenta il modo più umano di scuotere il mondo, facendo “rumore” dove prima non c’era. Come un ponte tra il niente e il tutto, la parola è così in grado di tradursi in denuncia e azione, rendendo “realtà” ciò che prima era invisibile”. Con questo spirito l’associazione PRODIGIO, fondata da Giuseppe Melchionna – che, morto nel 2016, ha lottato tutta la vita contro barriere culturali e architettoniche – ha cercato di dare voce a chi non ne aveva ed ha coinvolto in ciò chi vuole continuare a “fare rumore” per sé e per gli altri, per costruire una società equa e inclusiva, in cui dal silenzio possa germogliare sempre una parola e una speranza.La classe 1°D ha raccolto il testimone di Melchionna e continua a “fare rumore”. LINK
Illustrare la coesistenza
Illustrare la coesistenza Riscoprire il rapporto con il nostro patrimonio naturalistico Il legame tra l’uomo e la fauna selvatica è un tema ampiamente discusso, sia a livello locale che globale, poiché la popolazione umana aumenta rapidamente e il mondo naturale si fonde sempre più con quello antropico, con tutte le problematiche che ne conseguono. Da un lato biologi ed esperti di conservazione cercano soluzioni per favorire una maggiore coesistenza e sopravvivenza delle specie selvatiche, mentre dall’altro i media e l’opinione pubblica cercano risposte per affrontare le paure e i divari generazionali. Stiamo vivendo, infatti, un periodo di forti cambiamenti sociali e mediatici: questa nuova generazione vive la contraddizione di essere attenta all’ambiente e ai danni causati dall’uomo, ma allo stesso tempo di vivere un distacco dall’ambiente stesso. Si frequentano meno la montagna, i boschi e gli ambienti alpestri rispetto ad un tempo; nella maggior parte dei casi le valli e i lavori agro-boschivi sono stati abbandonati da generazioni e non vengono quindi ricordati o tramandati dalle famiglie. Trattare la tematica della coesistenza a scuola, quindi, è molto importante e stimolante per gli studenti, al fine di ritrovare un contatto reale con il patrimonio naturalistico che li circonda e capirne, almeno in parte, le peculiarità. Per questa ragione il Liceo artistico F. Depero ha aderito con entusiasmo ai progetti promossi da Coexistence.Life, illustrando i racconti scritti dagli studenti delle scuole medie dei comuni di Folgaria, Lavarone e Comano Terme, per esplorare i diversi punti di vista sulla coesistenza con orsi e lupi.L’attività è stata preparata da una serie di incontri con esperti di fauna e comunicazione, dopodiché gli studenti delle scuole medie si sono calati nei panni di tutti coloro che, in vario modo, sono coinvolti nelle problematiche in oggetto, ossia il sindaco, il cittadino, l’allevatore, il cacciatore, lo scout e lo scienziato. Il risultato è stato sorprendente: tre libri di racconti originali, in seguito illustrati ad hoc con fantasia e creatività dalle classi 3A e 3B indirizzo Grafica, grazie all’adesione dei dipartimenti di Scienze naturali (prof. Marco Forte) e Discipline grafiche (prof. Federico Lanaro e Prof.ssa Chiara Miorelli), nell’ottica dell’Educazione Civica e alla Cittadinanza. La terza fase, ossia la presentazione dei progetti realizzati dagli studenti, ha avuto luogo venerdì 3 maggio 2024, presso la Sala conferenze della Fondazione Caritro a Trento: gli illustratori e le illustratrici hanno incontrato i giovani autori e autrici della fase precedente, spiegando il loro lavoro, il processo creativo e le idee che hanno ispirato le opere. Per quanto riguarda il processo creativo, l’utilizzo del video ha aiutato gli studenti ad entrare in contatto con le tematiche proposte. La visione del documentario “NAYA – Der Wald hat tausend Augen” li ha fatti ragionare sul clamore mediatico che spesso si sviluppa attorno agli animali selvatici, mentre nella realtà il contatto con il lupo è estremamente raro. I video delle fototrappole hanno testimoniato una grande vitalità e convivenza tra animali in un bosco che per l’uomo è spesso silente.Gli studenti, stimolati dall’intervento di esperti che collaborano con coexistence.life, hanno realizzati delle immagini e degli elaborati grafici sulla presenza/assenza dei lupi, i pregiudizi delle persone e le paure che spesso sono generati dall’ignoranza sull’argomento. L’approccio scientifico ed obiettivo degli incontri ha portato i ragazzi ad approfondire il tema liberandosi da stereotipi e pregiudizi, fino a sviluppare concetti molto personali e mai scontati. I docenti hanno coinvolto gli studenti in prima persona, inducendoli a sviluppare dei progetti attraverso la ricerca e l’approfondimento concettuale. Il risultato è sempre frutto di un iter progettuale mirato allo sviluppo di una comunicazione semplice ed efficace, per riuscire ad avere un feedback positivo da parte dei fruitori del loro messaggio. Perciò è importante che vengano proposti temi come questi che permettano agli studenti di relazionarsi con un mondo complesso e con persone esperte estranee alla scuola, alle quali dimostrare le proprie capacità, ma soprattutto per crescere ed essere in futuro dei creativi e dei cittadini più consapevoli.
I cento passi
Come può uno scoglio… Peppino Impastato pietra d’inciampo della mafia! “Come può uno scoglio/ Arginare il mare/Anche se non voglio/Torno già a volare/ Le distese azzurre/ E le verdi terre/ Le discese ardite/ E le risalite/ Su nel cielo aperto/ E poi giù il deserto/ E poi ancora in alto/ Con un grande salto” Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi – Battisti Come può uno scoglio arginare il mare?Cosa c’entra Battisti con Peppino Impastato? Forse nulla, forse tutto… perché la poesia, la bellezza, l’ironia sono stati le armi di Peppino contro la paura, contro la mafia, contro la rassegnazione, per dare voce – attraverso radio Aut e attraverso l’impegno politico – a una presa di posizione che, pur sembrando uno scoglio nel mare, ha generato un’onda che ancora si propaga.“E’ per questo che bisognerebbe educare alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”. Con l’esortazione alla bellezza di Peppino Impastato si è aperto l’incontro con Giovanni, fratello di Peppino che il 13 marzo 2024 nella splendida cornice del Teatro Zandonai ha raccontato, insieme a quella del fratello, ai ragazzi del Liceo artistico “F. Depero” e di altre scuole del territorio, la sua storia. In particolare le classi 3C e 3D, 2B, 2D e 2C hanno partecipato all’incontro e si sono cimentate nel concorso I cento passi ispirato alla figura di Peppino, componendo poesie e/o creando dei video che lasciassero un segno e dessero voce ai temi della bellezza, del silenzio, della paura e del coraggio. L’incontro, promosso dal Lions Club di Rovereto, e introdotto dalla sua presidente Valentina Andreatta, curato da Michele Ammirata, è stato l’approdo finale di un lungo viaggio che ha permesso alle classi di conoscere la figura di Peppino Impastato che ha avuto il coraggio di ergersi contro il potere criminale, un potere di cui la stessa famiglia di Peppino faceva parte. All’incontro ha presenziato la sindaca Giulia Robol, che ha invitato la scuola a custodire la memoria preziosa di Peppino per essere “eroi” che costruiscono la quotidianità, mentre la prof.ssa Angela Alaimo ha introdotto il viaggio attraverso i luoghi della memoria di Luca Podetti che ci ha condotto fino a Cinisi, teatro della vicenda dei cento passi. Giovanni Impastato ha sottolineato come “la mafia abbia paura della scuola che le toglie il terreno sotto i piedi perché la scuola serve per essere culturalmente liberi. Le mafie non sono sconfitte e per lottare bisogna conoscere” ed ha aggiunto “Più il tempo passa, più è difficile pronunciare la parola legalità perché nel suo nome sono stati commessi abusi e anche qualche crimine. La legalità non si può ridurre al rispetto delle leggi, si può invece definire rispetto dei diritti umani, della dignità umana perché se la legge va contro la dignità umana noi dobbiamo lottare perché la legge cambi. Le persone che dobbiamo ricordare sono quelle che lottano per il rispetto della dignità umana, persone come Rosa Parks, come Martin Luther King. Persone come Peppino che ha lottato, attraverso l’impegno culturale e politico, ridicolizzando la mafia”Come possiamo costruire un mondo migliore?“Bisogna smontare il mito della mafia che non è invincibile – ha proseguito Giovanni Impastato ripercorrendone l’evoluzione – la storia di questo fenomeno così come ha avuto un inizio avrà una fine, dal momento che i mafiosi sono uomini in carne e ossa come noi. La mafia ha ucciso i migliori servitori dello Stato che lo Stato non ha potuto o saputo proteggere, non è un antiStato ma è dentro lo Stato e le istituzioni. E’ un problema sociale e culturale, di mentalità. Casa Memoria proprio per questo – così come tante associazioni sul territorio – rimane presidio di democrazia insieme al percorso dei cento passi, passi che sono stati riempiti di pietre di inciampo e di citazioni che lasciano il segno”.Felicia Bartolotta, vedova Impastato, madre di Peppino e Giovanni, diceva che la mafia si sconfigge con la cultura e non con la pistola ed i ragazzi e le ragazze del Depero ne hanno raccolto il testimone, partecipando con entusiasmo, impegno e grande consapevolezza al Concorso I Cento Passi. In particolare la classe 2B, seguita dalla prof.ssa Rosset, ha costruito dei testi seguendo il metodo Caviardage unendo parole e immagini per sottolineare messaggi potenti.La classe 3D, con il supporto della prof.ssa Micheli, ha creato due video dal titolo rispettivamente di Primula e Urlo muto, per riflettere sui temi della bellezza e dell’omertà.Le classi 2D e 3C, seguite dalla prof.ssa Todaro, hanno scritto delle poesie che hanno toccato le tante sfumature della storia dell’attivista siciliano. Non resta che apprezzare e condividere le riflessioni degli studenti e delle studentesse del Depero… da Cinisi a Rovereto l’onda di radio Aut è arrivata fino a noi.Buona lettura e buona visione… il testimone passa a voi! Elaborati della classe 2B Elaborati della classe 2D Elaborati della classe 3C
Comunicare attraverso il disegno
Comunicare attraverso il disegno È possibile rappresentarsi attraverso una parola? E attraverso un segno? E’ possibile creare un ponte tra parola e segno che ci permetta di esprimere noi stessi e tracciare la nostra strada nel mondo? Questi e altri interrogativi hanno risuonato il 12 ed il 13 gennaio 2024 nelle aule delle classi seconde del Liceo artistico “Depero” di Rovereto che nel laboratorio Comunicare attraverso il disegno di Gianluca Sturmann, grafico e illustratore, hanno potuto toccare con mano la concretezza della comunicazione. Gianluca Sturmann ha portato la sua esperienza tra i banchi del Depero raccontando della passione per il disegno fin dalle elementari, età in cui ha trasformato tutti i suoi quaderni di studio in libri illustrati pieni di macchie e di storie di fantasia. Come creativo ha collaborato a diversi progetti che vanno dalla comunicazione di eventi fino a progetti di divulgazione per il sociale e campagne di comunicazione. Il laboratorio è stato un’occasione per riflettere insieme sul significato del disegno e delle sue applicazioni, nel mondo della comunicazione e della creatività in generale.A partire da attività “rompighiaccio” alla Munari in cui hanno ritratto il proprio vicino di banco rispettivamente in due minuti, poi in uno, con la tecnica del puntinismo e ad occhi chiusi, i ragazzi si sono soffermati su parole chiave fondamentali rappresentative di personalità iconiche nel mondo della creatività dove progettazione sta a Munari come essenzialità sta a Christoph Niemann, manualità sta a Paula Scher come utilità corrisponde a Gianni Latino.Attraverso questi stimoli gli studenti e le studentesse hanno ricercato la propria parola e l’hanno realizzata in modo che segno e contenuto “saltassero” fuori dalla pagina in modo inequivocabile.Successivamente in gruppo gli allievi si sono misurati come in un vero team creativo cercando di ideare un “prodotto” che fosse completo dal punto di vista grafico e comunicativo e presentandolo al resto del gruppo. Tante le soluzioni originali proposte che hanno sottolineato la creatività dei ragazzi sapientemente messa al servizio delle loro idee, in un laboratorio che ha permesso loro di sperimentare come lettering, grafica ed illustrazione possano veicolare con forza dei messaggi ed arrivare al cuore. Link al sito di Gianluca Sturmann
Ad essere cittadini rispettosi dell’ambiente
Ad essere cittadini rispettosi dell’ambiente… si comincia tra i banchi del Depero Operare una profonda riflessione sulla problematica – purtroppo attuale – dell’esaurimento delle risorse naturali, questo lo scopo dell’incontro delle classi prime del Liceo artistico “F. Depero” con il Dott. Gabriele Bertacchini, formatore dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente, nell’ultima decade di gennaio. La pillola si inserisce a pieno titolo nel percorso di Scienze della Terra, pianificato dalla docente di riferimento, prof.ssa Natalina Saporito, sulla base delle indicazioni nazionali, e nei progetti di più ampio respiro di promozione di educazione ambientale di cui il prof. Marco Forte, in qualità di referente del dipartimento di Scienze naturali, è il promotore. Gli incontri -individualizzati per ciascuna classe- hanno avuto una durata di due ore e gli alunni sono stati i protagonisti attivi poiché a ciascuno è stato chiesto di ricercare quali materiali occorrono per realizzare oggetti di uso quotidiano quali una semplice maglietta di cotone, una rivista, un telefonino, con l’obiettivo poi di far comprendere loro l’enorme impatto che la filiera di produzione ha sull’ambiente e individuare strategie che permettano di vivere la società del consumismo, senza usurpare ulteriormente il nostro Pianeta. Un invito a traslare il principio di conservazione di massa dello scienziato francese Lavoisier, per il quale “nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma”, su un piano socio-economico, e pensare di dar nuova vita ai materiali. A tal riguardo il formatore ha riportato l’esempio di alcune aziende che operano nel settore del recupero di minerali dai telefonini, in Italia, facendo conoscere realtà che hanno a cuore il benessere della nostra tanto bistrattata Terra. Già la nostra Terra! Quella che “non abbiamo difeso ed ora è un campo minato su cui crescono fiori bellissimi” come ha ben detto Diodato. Quella per cui sono nate le guerre, nel tentativo di accaparrarsi le risorse non rinnovabili come il petrolio. E allora cosa possiamo fare per questa Terra? Senz’altro puntare come sempre sulle nuove generazioni, promuovendo iniziative che portino ad acquisire consapevolezza delle conseguenze delle nostre azioni, partendo dal presupposto che gli adulti siamo noi e che non c’è modo migliore di educare ad essere cittadini rispettosi dell’ambiente se non attraverso il buon esempio. Il Liceo artistico “F. Depero” ci prova e tu?
Violenza offline
Violenza Offline “Violenza OFFline”: gli studenti del Depero al festival “Informatici senza frontiere” Rovereto dal 19 al 21 ottobre. Gli studenti dell’attuale classe 4^ C hanno realizzato, nel precedente anno scolastico, un progetto grafico per sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli dei social network: insulti, cyberbullismo, discriminazioni, revenge porn, sono solo alcune delle forme di violenza che sempre più spesso si verificano online. Per questa ragione si rende necessario rendere consapevoli gli utenti di tutte le età, ma in particolare i più giovani, con messaggi chiari, semplici ma efficaci. Gli studenti dell’ex 3^ C, guidati dalla professoressa di discipline grafiche Maria Eletta Baroni, hanno realizzato nove manifesti sulle diverse sfumature del problema. Il progetto è stato realizzato con la collaborazione dei docenti di laboratorio prof. Federico Lanaro e prof. Lucio Tonina e dalla docente di Lettere prof.ssa Roberta Belli ed ha vinto il primo premio del concorso E.I.P. Italia Scuola strumento di pace 51° edizione, sul tema “Pace, giustizia e istituzioni solide”. La giuria ha vivamente apprezzato la creatività, l’originalità dei contenuti dell’opera, la ricchezza espressiva e l’impegno sociale: il 25 ottobre 2023 ha avuto luogo la premiazione a Roma. I poster della campagna di sensibilizzazione sono stati esposti nell’atrio dell’Università a palazzo Piomarta fino al 21 ottobre. Alcuni dei manifesti esposti Erika Semerano Linda Vicenzi Sebastiano Armanini
IL SAPERE DEL GUSTO, IL GUSTO DEL SAPERE
Il sapere del gusto, il gusto del sapere Dicono che la lettura e la scrittura siano modi diversi di viaggiare. Così è ma solo in parte. Il viaggio implica uno spostamento, un coinvolgimento diretto dei sensi che non si lega necessariamente al filtro delle nostre esperienze attraverso associazioni e/o immaginazioni come le attività dell’intelletto. È pure vero poi che esistono viaggi e viaggi, alcuni lasciano un gran rumore dentro altri meno, ma tutti hanno un denominatore comune: il cibo. Il cibo fa la storia di un luogo, delle sue tradizioni, della sua gente. Non è grazie ad esso che gli uomini primitivi hanno imparato a comunicare? La dott.ssa Francesca Cesaro, in qualità di dietista e formatrice per l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (APPA), si è rivolta alle classi seconde del Liceo artistico “F. Depero” di Rovereto proprio per sottolinearne l’importanza. La pillola “Il gusto del sapere, il sapere del gusto”, proposta dalla docente di Scienze naturali, prof.ssa Natalina Saporito, e condivisa con il referente del progetto, prof. Marco Forte, si inserisce a pieno titolo nel piano annuale delle attività di Biologia delle classi seconde, per declinarne meglio i concetti di corretta alimentazione e di ecosostenibilità. Partendo dai consigli del poliedrico filosofo greco Plutarco, secondo il quale “non bisogna mettersi a tavola per soddisfare i bisogni primari del bere e del mangiare”, la dott.ssa Cesaro riprende e chiosa uno dei maggiori temi trattati dai nutrizionisti di tutto il mondo dell’EXPO 2015: la convivialità. Nutrimento del corpo e della mente dunque che trova la sua massima espressività nella condivisione dei pasti, non riducendo il tutto ad una “mera etichetta alimentare” bensì all’esperienza più ampia del GUSTO del benessere a tavola. E così tra un beneficio e un altro, la formatrice elenca e spiega i punti cardine della Dieta mediterranea, riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità, nel 2010. Tuttavia, considerando l’intera filiera alimentare che, dalla madre terra porta il cibo nei nostri piatti, il nostro nutrimento ha un impatto ambientale davvero significativo sul Pianeta di cui siano ospiti, spesso poco discreti. Ed è sulle basi di questa certezza che la formatrice conduce i ragazzi ad una profonda riflessione sulla sostenibilità alimentare, delineando il profilo “corretto” dell’ uomo che si rapporta all’ambiente in cui vive con più discrezione e lungimiranza, per far sì che ci sia davvero quella armonia continua e durevole, nel tempo, da cui il termine sostenibilità trae la sua origine, per poter consegnare alle generazioni future un mondo , se non intatto ancora capace di dare.
25 novembre
25 novembre contro la violenza sulle donne Il 25 novembre, giorno internazionale contro la violenza sulle donne, tutti gli studenti della sede sono scesi davanti all’ingresso della scuola per manifestare. Manifestare per tutte le donne, per la rabbia che abbiamo dentro, per la paura che non vogliamo avere quando usciamo di casa la sera.È stato un momento per ascoltare, parlare e riflettere insieme. Tra gli studenti c’è stato chi ha voluto farsi sentire con le parole, chi è rimasto in silenzio, chi tra le mani teneva un manifesto che parlava da solo, e in ogni caso ci siamo fatti sentire. Sono inoltre intervenute alcune professoresse e la dirigente, per sottolineare l’importanza dell’educazione e mostrare il loro sostegno. Abbiamo fatto silenzio e fatto rumore, tutti uniti da un elemento rosso. Insieme abbiamo ascoltato per un’altra volta le parole simbolo di Cristina Torres-Cáceres: “Se domani sono io, mamma, se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.” Infine la domanda che tutti in questi giorni ci poniamo: quante ancora?Perché siamo stanchi di sentire e leggere parole di sangue, di donne uccise da uomini, 106 in un anno fa paura, ma non ci dovremmo stupire. Abbiamo bisogno di un cambiamento, anzi abbiamo bisogno di reagire, perché non è possibile che tutto questo succeda ancora e tutt’ora. E poi credo sia terribile trasformare tutti i nomi di queste donne in un numero in continuo aumento, e siamo consapevoli che non si fermerà; come abbiamo potuto vedere con Giulia Cecchettin la ragazza uccisa da cui nascono tutti i movimenti che in questo momento ci circondano, ma non l’ultima vittima di femminicidio.Questo 25 novembre non deve restare solo oggi, ma deve essere tutti i giorni.Perché tutte le donne sono costantemente esposte al pericolo, alla paura e alle raccomandazioni, mentre l’uomo?? Ci siamo fatte coraggiose, ma vogliamo raggiungere la libertà, o almeno non vogliamo essere il frutto di un sistema patriarcale. Vogliamo solo essere vive domani… Precedente Successivo La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite che invita i governi, le organizzazioni internazionali e le organizzazioni non governative a promuovere attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della violenza contro le donne e contrastarne il fenomeno.In questa giornata tanto si dice e si scrive, tanto ci sarebbe da scrivere e da dire, ma ogni iniziativa resta priva di significato se dimentichiamo che ogni cambiamento, grande o piccolo che sia, dipende da noi, dai nostri comportamenti, dalle nostre scelte quotidiane.Ogni giorno tutti noi “siamo chiamati a scegliere che tipo di persone vogliamo essere. E sarebbe bello se in questo momento di follia collettiva voi ragazzi sceglieste di fare la differenza, di essere originali, di essere gentili, affettuosi, amorevoli verso le vostre compagne e viceversa”.E voi ragazze scegliete anzitutto “di avere rispetto di voi stesse e del vostro corpo, di non annullarvi mai, di coltivare e proteggere la vostra dignità, di non fare mai niente che sia contro la vostra volontà o il vostro sentire, di essere libere, di essere voi stesse, di mettervi sempre al centro, di non permettere mai a nessuno di convincervi che ci sia qualcosa che non va in voi, perché la vita è troppo preziosa per passarla a essere infelici e il tempo trascorso a permettere a qualcuno di ferirci non torna. E tutti noi scegliamo di avere “lo sguardo rivolto al futuro, il cuore senza desiderio di vendetta, la testa che muove i fili di una vita della quale bisogna essere protagonisti”.Scegliamo ogni giorno di rispettare gli altri e noi stessi, i nostri limiti e i nostri pregi, le nostre debolezze e i nostri punti di forza, senza mai dimenticare che chi dice di amarci è chi sa apprezzare anche le nostre piccole e grandi fragilità e sa darci la forza per superarle. ds. Daniela Simoncelli Sessismo e frustrazione: una bomba ad orologeria da disinnescare con la culturaLa violenza nei confronti della donna ha assunto nel tempo molteplici forme ma, in questa sede, vorrei concentrarmi su una in particolare, quella che ha provocato la morte della giovane Giulia.La delusione d’amore fa male, fa male a tutti, uomini e donne, però non può mai in alcun modo diventare violenza, al massimo poesia. La fine di una relazione amorosa provoca inevitabilmente una sofferenza sottile, apparentemente inconsolabile, fatta di nostalgia, rabbia, insicurezza, paura, frustrazione. Tutti questi sentimenti e stati d’animo possono alimentare la creatività, diventare canzoni, poesie, racconti, dipinti, perché l’arte è un distillato del dolore e all’arte si perdonano molte cose… Infatti l’arte, come specchio del tempo, riflette le idee, il costume, le colpe della propria epoca. Eppure va oltre e ci parla di noi.Pensiamo a tutti i poeti – e le poetesse, sempre poco citate – che studiamo a scuola: nelle loro parole, pur con le tracce della cultura sessista del passato – riconosciamo noi stessi, alle prese con i medesimi problemi. Leopardi, ad esempio, dal rifiuto dell’affascinante Fanny, ha tratto ispirazione per scrivere cinque meravigliose poesie d’amore. Certo, poi le ha denominate Ciclo d’Aspasia, la celebre concubina di Pericle, con un riferimento colto ma poco elegante alla nobildonna che lo aveva rifiutato… Possiamo perdonare la piccola vendetta privata di Leopardi, se pensiamo che oggi, al tempo dei social, piuttosto che attraverso cinque poesie immortali, la frustrazione potrebbe trovare sfogo (come spesso accade) con insulti triviali su Instagram, indirizzati alla povera malcapitata che osi respingere o lasciare un innamorato. E questo nel migliore dei casi.Del resto non c’è stato un momento della nostra storia in cui il sessismo non abbia caratterizzato la nostra cultura. Anche la letteratura ci dà la misura di quanto sia radicato: moltissimi romanzi, ormai classici, raccontano storie di protervia degli uomini, di vessazioni e abusi ai danni delle donne.Quindi se questa cultura sessista c’è sempre stata, qual è la differenza, cosa sta succedendo oggi, perché così tanti uomini reagiscono violentemente quando vengono respinti? Cosa è cambiato rispetto al tempo in cui gli scrittori sfogavano nei romanzi o nelle poesie dolore e disappunto?Forse…
Sottsass sr
Sottsass sr La quarta e le quinte “incontrano” Ettore Sottsass Senior Mercoledì 13 dicembre, si è tenuto l’incontro con gli esperti dell’Archivio del ‘900 del Mart, per esporre i progetti definitivi ispirati a Ettore Sottsass Sr. Le classi 4A, 5A e 5D indirizzo design, durante lo scorso anno scolastico hanno potuto osservare dal vivo le opere, gli schizzi e le fotografie dell’architetto di inizio ‘900. Successivamente alla visita, nelle ore svolte a scuola, gli studenti hanno iniziato a realizzare il progetto di Alternanza Scuola Lavoro inerente a questo artista. Per la classe quarta si è trattato della progettazione di arredi per le cucine, ovvero credenze. Gli studenti hanno ricostruito alcuni arredi per cucine di Sottsass attraverso il disegno geometrico e la modellazione 3D e poi li hanno reinterpretati, completando il lavoro con la realizzazione di un modellino in cartonlegno. Mentre, per le classi quinte il progetto era relativo all’arredamento di un edificio scolastico. La 5A ha scelto l’Asilo di Sopramonte, invece la 5D ha lavorato su due edifici: la Scuola elementare di Siliqua e l’Asilo di Salorno. Gli alunni hanno studiato i vari edifici, attraverso la realizzazione di un modellino 3D in Sketchup e lo studio della pianta con la suddivisione degli spazi. Ogni alunno si è occupato di arredare un ambiente arrivando a progettare un elemento d’arredo, facendo riferimento allo stile di Sottsass. Il Liceo Depero collabora spesso con il museo del Mart (sezione della Didattica e dell’Archivio del ‘900), con il quale periodicamente svolge lavori che per i ragazzi sono fonte di grande ispirazione, crescita e allenamento per il futuro.
Atipicamente
Atipicamente Il Liceo Depero dà il proprio contributo per la valorizzazione delle neuroatipicità Si è appena concluso l’evento di sensibilizzazione alle tematiche della neurodivergenza “Atipicamente, alla scoperta dell’Unicità”, a cura dell’associazione di genitori “I Lari” di Dro, che si occupa di promuovere e sostenere ogni tipologia sociale di famiglia, tutelando il diritto alla salute psicofisica e l’integrazione sociale di ogni membro. Nell’ambito della manifestazione, il Liceo artistico “F. Depero” ha partecipato con la realizzazione di un video per l’associazione “I Lari”, allo scopo di divulgare il suo impegno sul territorio. Considerando lo scopo e il nome del giornalino dell’associazione, cioè “AtipicaMente”, abbiamo scelto di chiamare il cortometraggio “Atipico Pop”, coniugando i termini neurodivergenza o neuroatipicità – ai quali spesso vengono attribuite connotazioni errate – con la parola “pop”, abbreviazione di “popolare”, la quale fa riferimento al movimento artistico volto ad adottare nuovi criteri artistici ed estetici. Con la guida dei loro docenti, gli studenti dell’attuale 5B, indirizzo audiovisivi, si sono concentrati sull’aspetto cromatico e sensoriale del progetto per creare un prodotto piacevole e fruibile. Il video propone, infatti, una nuova visione delle neurodivergenze, una visione più corretta e più costruttiva. Le classi ex 5C grafica ed ex 5A grafica, invece, si sono occupate della realizzazione dell’immagine coordinata del Festival dell’unicità e, dopo un’attenta selezione, il lavoro vincente è risultato quello dell’ormai neodiplomata Sissy Ribaga. L’immagine scelta evoca il senso di bellezza e unicità che fin dall’infanzia cresce dentro ognuno di noi. I fiori escono alla scoperta del mondo esterno e bisogna prendersene cura, così come delle neurodivergenze, rappresentate quindi come un mondo rigoglioso che emerge ed evolve in un giardino collettivo, arricchendo l’intero universo. Il 20 settembre 2023 ha avuto luogo la premiazione presso Biblioteca di Dro alla quale hanno partecipato gli studenti delle classi e i loro docenti che li hanno guidati per tutto il percorso, ossia Ilaria Piazza, Miorelli Chiara, Lanaro Federico, Micheli Margherita, Giuliano Panaroni. Una menzione speciale merita la prof.ssa Ilaria Piazza, la quale ha proposto una sua mostra fotografica personale nell’ambito del medesimo festival, dal titolo “Atipicamente – semplicemente io”, una narrazione in forma artistica delle vite delle persone neuro divergenti, nella volontà di superare il concetto di disabilità e le sue classificazioni attraverso una nuova chiave di lettura. Precedente Successivo
Nuovo logo Liceo delle Arti
Nuovo logo del Liceo delle Arti Il Liceo delle Arti di Trento e Rovereto è formato da quattro entità distinte: Liceo Artistico Vittoria, Liceo Artistico Depero, Liceo Musicale Coreutico Bonporti, Liceo Quadriennale Idea. Quattro scuole con storie differenti ma unite da obiettivi e finalità comuni. La nuova immagine coordinata vuole comunicare la nostra corporate identity in modo chiaro e unitario. Dal punto di vista dell’utenza la diversità stilistica dei marchi utilizzati fino ad oggi era percepita con confusione, il mantenimento di grafiche distinte per ognuno dei nostri licei complicava la gestione dei materiali visivi e comunicativi. La presentazione della nuova immagine coordinata
Raccontami una didascalia
Raccontami una didascalia La cura è stato il tema al centro del progetto Raccontami una didascalia, ideato dalla prof.ssa Valentina Perini, che ha visto protagonista la classe 1°D del Liceo “Depero” nel mese di marzo 2023. ll progetto, che è stato introdotto da un intervento della prof.ssa Perini sul concetto di accessibilità culturale e di inclusione nei musei, è stato arricchito dal prezioso intervento di Sarah Fort, esperta sull’utilizzo della Comunicazione Aumentativa Alternativa. Il progetto interdisciplinare ha previsto la produzione partecipata attraverso il cooperative learning di didascalie relative a determinate opere d’arte individuate dai ragazzi partendo dal tema scelto. Il bacio di Klimt, Il suo unico amico di Rivére, L’amicizia di Schiele, La danza di Matisse sono stati i dipinti scelti dai ragazzi, che hanno vestito i panni degli operatori museali “inclusivi”. Oltre a scrivere una didascalia tecnico-scientifica/informativa (tipica cioè dell’ambito museale) – durante le ore di storia dell’arte – infatti i ragazzi si sono cimentati nell’elaborazione di un breve testo di accompagnamento all’opera, un testo che abbattesse le “barriere” sensoriali, culturali, emotive. Tale fase è stata affrontata dalla prof.ssa Todaro attraverso il laboratorio di scrittura ispirato al modello di Elisabeth Bing e ciò ha permesso una costruzione di significati personali e condivisi scaturiti dall’analisi dell’opera e basati sul dialogo e la partecipazione. I testi co-costruiti che dovevano poi essere il più possibile accessibili, sono infine stati raccontati con l’ausilio di una pluralità di modalità comunicative (prodotto audio, fumetto, testo poetico, CAA) per oltrepassare tutte le barriere comunicative. Non resta che apprezzare le opere scelte attraverso le didascalie “inclusive” realizzate dai ragazzi e dalle ragazze della classe 1°D. Buona mostra! Fai ciò che ti è possibile per mostrare che hai cura degli altri, e renderai questo nostro mondo un posto migliore. Rosalynn Carter Curati dei tuoi pensieri; diventeranno parole. Curati delle tue parole; diventeranno azioni. Curati delle tue azioni; diventeranno abitudini. Curati delle tue abitudini; diventeranno il carattere. Curati del tuo carattere; diventerà il tuo destino. Ralph Waldo Emerson Dove inizia, in fin dei conti, l’esercizio dei diritti umani universali? In piccoli luoghi, vicino a casa – così vicini e così piccoli da risultare invisibili su qualsiasi mappa. Eppure, sono il mondo attraversato dalle singole persone: il quartiere in cui vivono, la scuola o l’università che frequentano. il loro luogo di lavoro. Sono questi i luoghi in cui ogni uomo, donna, bambino cercano pari giustizia, pari opportunità, pari dignità, liberi da ogni discriminazione. Se i diritti non hanno alcun significato in luoghi come questi, non ne possono avere in nessun altro. E. Roosevelt 1958 Le slide dell’Uda della prof.ssa Valentina Perini Le proposte degli studenti della classe 1 D del Liceo Depero
Educare all’ambiente e per l’ambiente
Territorio, sostenibilità, ecosistema, E-Waste: sono queste le parole chiave emerse durante la realizzazione del progetto di Educazione Civica e alla Cittadinanza a cura degli educatori ambientali dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’ambiente – APPA e del dipartimento di Scienze Naturali e Chimica del Liceo artistico “Fortunato Depero” di Rovereto, coordinato dal prof. Marco Forte. A gennaio, infatti, le classi prime, seconde, terze e quarte hanno assistito a diversi incontri dedicati all’educazione ambientale. Gli argomenti trattati sono serviti agli studenti per conoscere il luogo in cui viviamo e come aiutare a salvaguardarlo. Clima, biodiversità, legame tra cibo e ambiente sono stati oggetto delle attività proposte dall’APP al biennio, con la collaborazione dalla prof.ssa Natalina Saporito. In particolare le classi 1°C e 1° D hanno preso in esame il Clima come fenomeno complesso a partire dal Sistema Terra, mettendone in luce in modo interattivo e sperimentale i nessi di causa-effetto e i fenomeni retroattivi. La discussione è proseguita toccando il tema del surriscaldamento globale e dei cambiamenti climatici al fine di sensibilizzare all’uso consapevole delle risorse in un’ottica di economia circolare. Biodiversità agricola locale, territorio, tradizione sono state invece le parole chiave delle attività delle classi 1°A e 1°B. L’agricoltura è stata, per secoli, un’attività di sussistenza in diretta sintonia con i cicli biologici naturali di piante e animali secondo un modello di economia circolare ante litteram. Nel corso degli ultimi decenni, questo fragile equilibrio si è rotto, garantendo comunque un’impensabile capacità produttiva in grado di soddisfare la crescente domanda alimentare. L’agricoltura di montagna tutt’oggi rappresenta un settore economico di rilievo nelle aree montane: è una fonte di sussistenza, lavoro e reddito di importanti servizi eco-sistemici non solo a livello ambientale ma anche culturale e identitario. L'(in)sostenibile dieta dell’essere è stato l’argomento su cui si sono misurate le classi seconde del Depero. Il legame profondo tra noi, il cibo e il nostro pianeta è sempre stato connesso alla sopravvivenza e al benessere delle persone. Questo momento formativo ha offerto quindi un quadro completo sul cibo, consumi e sprechi, affrontando le tematiche della sostenibilità ambientale. Rifiuti o accetti la sfida. La tutela degli ecosistemi è una vera e propria sfida che attende le nuove generazioni. Le classi terze hanno scoperto l’importanza degli ecosistemi direttamente sul territorio di Rovereto. Dopo una prima fase teorica, infatti, sono stati condotti sul lungo Leno e al parco dei cigni per poter analizzare quegli ecosistemi. Questa attività ha creato grande interesse poiché è stato come toccare con mano quanto appreso teoricamente nella spiegazione fatta in classe. E-waste: cosa portiamo in tasca. Sostenibilità, rifiuti elettronici, smartphone e consapevolezza. Potremmo riassumere con queste parole le attività svolte nelle classi quarte. I ragazzi, attraverso un quiz iniziale, sono stati introdotti nel mondo della raccolta dei rifiuti, rendendosi conto che non sempre gettavano i rifiuti nel loro apposito contenitore. Inoltre hanno fatto un tuffo nel passato scoprendo gli antenati degli attuali smartphone. L’evoluzione è evidente ed ha evidenziato il problema dello smaltimento e del riciclo dei materiali e dei componenti degli smartphone. Il Liceo Artistico Depero, ringrazia la provincia e l’APPA per questi incontri così educativi ed interessanti: gli studenti hanno apprezzato, in particolare, l’attualità degli insegnamenti e l’aver appreso con consapevolezza! Redazione social del Depero
Creare spazi comuni
Creare spazi comuni ASL in collaborazione con l’ORTO S. MARCO di Rovereto Il progetto è stato oggetto di un’attività di rilievo e progettazione e occasione per gli studenti della di 5A e 5D della sezione Design del Liceo Artistico Depero di Rovereto, di relazionarsi con uno spazio verde collettivo. Gli studenti hanno sviluppato più proposte progettuali tenendo presente le tre aree di progetto e le relative peculiarità ricercando soluzioni adeguate anche attraverso la scelta di materiali e tecnologie sostenibili. AREA 1 | LA PERGOLA è la prima area che si incontra all’interno dell’orto San Marco: la principale caratteristica positiva è che rimane quasi sempre ombreggiata durante tutto l’anno. Inoltre è piacevole visivamente anche se lo spazio non è molto ampio; proponiamo di inserire al suo interno pochi elementi ma che siano pensati per l’attività didattica e funzionali anche a spettacoli di cucina. AREA 2 | IL GELSETO risulta essere sopraelevata rispetto all’ingresso e lontana dalla strada. Si configura come una striscia di terra piuttosto pianeggiante delimitata da filari di gelsi, che la rendono ombreggiata ed appartata. Ci è sembrata lo spazio ideale per la didattica dell’orto e in particolare per far conoscere da vicino la gelsibachicoltura AREA 3 | L’ AREA INTERATTIVA è la zona più alta, maggiormente distante dalla strada e dal traffico. Questo luogo pertanto è il più silenzioso essendo anche completamente immerso nel verde. Un’ altra impressione positiva che abbiamo avuto riguarda la possibilità di progettare in uno spazio ampio, permettendoci di intervenire con maggior creatività. Sarà destinata ad attività che prevedono l’interattività, allo smart working e a spettacoli/concerti. I progetti degli studenti Precedente Successivo
Premiazione concorso ITEA
Sono tre le copertine, tra quelle realizzate dagli studenti del Liceo artistico Depero, dall’Istituto Sacro Cuore e degli Artigianelli, individuate come vincitrici del concorso Scuole in copertina, ideato da Itea, in collaborazione con gli assessorati provinciali alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia e all’istruzione, università e cultura, per celebrare il suo centenario. L’iniziativa ha visto il coinvolgimento delle classi 3^, 4^ e 5^ dei tre istituti superiori con indirizzo arte, grafica e design, chiamate a immaginare e poi raffigurare nella prima di copertina del n. 100 di Edilizia Abitativa, la rivista di Itea Spa, i 100 anni dell’Istituto Trentino per l’Edilizia Abitativa. Ieri, 6 dicembre, nel corso della cerimonia di premiazione, che si è tenuta presso la sede dell’APPM, dove sono stati esposti tutti i lavori realizzati dai ragazzi, sono stati proclamati i tre vincitori del concorso. La nostra studentessa Olga Zeni della 3^A indirizzo Grafica, si è aggiudicata il secondo posto con il suo elaborato “Il territorio è casa”. Complimenti agli studenti delle classi partecipanti (3A, 3B e 4C) e ai loro insegnanti! Discipline Grafiche: Manuela Salvi, Maurizio Cesarini, Fotografia: Ilaria Piazza, Type: Marina Candioli
#io leggo perché
#Io Leggo Perché Esportiamo l’inclusione con i libri! Sostegno, fragilità, identità, sofferenza, sport, coraggio, libertà sono solo alcune delle parole che sono risuonate durante il flash mob che si è svolto l’8 novembre 2022 alle ore 10 nel cortile della succursale del Liceo Depero per il contest “E-sport-iamo l’inclusione con i libri!”. Un’ora di tempo in cui le classi prime hanno dato vita al contest al quale, seguite dalle docenti di lettere – prof.ssa Caione, prof.ssa Rosset, prof. Ronconi e prof.ssa Todaro – hanno lavorato per un mese per condensare nelle citazioni e nello slogan il tema del contest nell’ambito del progetto ##ioleggoperché, la più grande raccolta di libri a sostegno delle biblioteche scolastiche, organizzata dall’Associazione Italiana Editori, sostenuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo in collaborazione con il Ministero Istruzione. Il libro e lo sport per un futuro più inclusivo è stato infatti il tema complesso ma attuale che ha visto al lavoro le classi del biennio del Liceo artistico “Fortunato Depero”. Al grido di “Esportiamo l’inclusione con i libri” i ragazzi e le ragazze delle prime hanno fatto sentire forte la loro voce non prima di un flash mob in cui come sculture hanno imposto la loro presenza nello spazio. A ciò è seguita una reading letteraria con la lettura di diverse citazioni sul tema dell’inclusione, dello sport e dei libri. I vari momenti del contest sono stati impreziositi dalle evoluzioni di alcune ginnaste – coordinate dal prof. Zanirato – che hanno dato prova della loro abilità. Le classi seconde non sono state da meno ed hanno profuso il loro senso artistico nelle installazioni di design e nelle cartoline, che hanno idealmente inviato per diffondere testimonianze, messaggi, pensieri di condivisione, resilienza, riflessione, sconfitte e rivincite. Le immagini hanno sottolineato le parole e dato forza ai temi molto sentiti dai ragazzi e dalle ragazze del Depero. Nella libreria Piccoloblu in via Rialto è ancora possibile ammirare le installazioni di design, esposte dal 5 novembre 2022, create dalla 2°E sotto la guida della prof.ssa Pino e le loro cartoline realizzate con l’aiuto della prof.ssa Gulioso, le cartoline create dalla 2°A con l’aiuto della prof.ssa Serena Giordani, dalla 2°B e dalla 2°C sotto la guida della prof.ssa Marchiori, della 2°D sotto la guida della prof.ssa Capitelli e della prof.ssa Todaro. È un tema difficile quello con cui gli studenti e le studentesse si sono misurati senza tirarsi indietro, attingendo alle esperienze di personaggi come Alex Zanardi, Paola Egonu, Candido Cannavò, Bebe Vio… si potrebbe continuare per molto tempo ma la cosa migliore è vedere dal vivo le creazioni delle classi seconde… vi aspettiamo in libreria! Le cartoline e gli oggetti esposti alla libreria Piccolo Blu di Rovereto Precedente Successivo Un momento del flash mob https://www.liceodepero.blog/wp-content/uploads/2022/11/4_6005771624626785313-1.mp4 Le citazioni Viviamo in un’epoca in cui si è titolati a vivere solo se perfetti. Ogni insufficienza, ogni debolezza, ogni fragilità sembra bandita. Ma c’è un altro modo per mettersi in salvo, ed è costruire, come te, Giacomo, un’altra terra, fecondissima, la terra di coloro che sanno di essere fragili. L’arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita di Alessandro D’Avenia Uguaglianza Chi l’ha detto che noi siamo uguali?/ Tu quasi nero io quasi bianco./ A renderci uguali non basta/ che siamo compagni di banco./ Parliamo due lingue diverse/ mangiamo diverse minestre/ ci affidiamo a cieli diversi/ festeggiamo diverse le feste./ Ci addormentano fiabe diverse/ son diverse le conte del gioco/ la distanza si accorcia e si allunga/ e ogni tanto sparisce per poco./ Però tutti e due abbiamo un cuore/ un cervello, due piedi, due mani/ sangue rosso che ci rende uguali/ a miliardi di essere umani. L’alfabeto dei sentimenti, Janna Carioli e Sonia M. L. Passentini L’avventura è là che ti aspetta devi solo trovare il coraggio di spalancare la finestra e tendere le dita. L’imprevedibile caso del del bambino alla finestra di Lisa Thompson Perdona sempre i tuoi nemici. Nulla li fa arrabbiare di più Oscar Wilde – Ovunque di Barbara Orlandini e Gianluca Sturmann Ecco… vedi… Danilo… io non sono bravo con certe cose… mio padre non me le ha mai insegnate, mi ha sempre e solo detto di non sottomettermi mai a nessuno, ma io… io non penso di sottomettermi se… insomma… mi dispiace! sì, mi dispiace! Non volevo che andasse così!Ti chiedo scusa per come ti ho trattato, scusa per tutto questo,per questi tubi, per questa flebo. Ti prego svegliati, svegliati! Io bullo, Giusi Parisi Non c’è cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente Virginia Wolf – Ovunque di Barbara Orlandini e Gianluca Sturmann Finché avrò fiato nei polmoni, amerò. Anche dopo. Saffo – Ovunque di Barbara Orlandini e Gianluca Sturmann Identità Se sei un corvo con il becco tutto giallo/ rimani nero e non fare il pappagallo./ Se sei giraffa mostra fiera quel tuo collo/ se sei tacchino non ti trasformare in pollo./ Se sei lombrico e non vuoi aver rivali/ non ti spacciare per un cobra con gli occhiali./ E l’ippopotamo che sta leggero a galla/ non può volar come se fosse una farfalla./ Ognuno è bello quando ciò che vedi fuori/ ti rappresenta veramente i suoi colori./ Ognuno è bello per com’è, per quel che vale/ e non importa se son grilli o son cicale. L’alfabeto dei sentimenti, Janna Carioli e Sonia M. L. Passentini Per quanto si trovi lontana, ogni persona ci sta a cuore L’anarchia spiegata ai bambini di José Antonio Emmanuel Non bisogna mai scoprirsi davanti alle persone mostrando le proprie debolezze perché sono quelle che ci rendono attaccabili. Io bullo di Giusi Parisi “Perchè non esci un pò all’aria aperta?” Avrei voluto rispondergli che c’erano molti più posti in cui potevo andare attraverso i libri. Cuori di Carta, Elisa Puricelli Guerra Darei mille sterline per poter correre veloce come te Enrico IV, William Shakespeare La differenza fra un sogno e un obiettivo sta nell’iniziare a lavorare per raggiungere ciò che si vuole veramente. Se sembra impossibile…
Cammino di San Rocco
Cammino di San Rocco Il Cammino di San Rocco è un percorso di 85 chilometri che in cinque giorni attraverserà i territori di Mori, della Val di Gresta e dell’altopiano Brentonico alla scoperta di meraviglie culturali e paesaggistiche e dei capitelli sparsi sul territorio dedicati a San Rocco, protettore dalle epidemie, dei pellegrini e dei volontari. È un’ iniziativa di valorizzazione del territorio che porterà la comunità a riscoprirsi e raccontarsi sia ai suoi abitanti che ai camminatori. Il Progetto, Cammino di San Rocco, proposto da un gruppo di cittadini e cittadine e associazioni, che da vari mesi stanno lavorando assieme per la costruzione di un progetto comune, accompagnati dal Progetto GenerAzioni GenerAttive – GenGen, progetto che punta al rafforzamento della comunità e alla valorizzazione del territorio. Le ragazze della classe 3A indirizzo grafica del liceo Depero hanno ideato e progettato una parte dell’identità visiva del “Cammino di San Rocco”. Sono stati creati i seguenti artefatti grafici: progettazione visiva di 10 icone per i timbri del cammino progettazione visiva di una mappa del Cammino di San Rocco, per promuovere il progetto L’ identità visiva del “ cammino di San Rocco”, nella prima parte, si è risolta con l’ideazione dei dieci timbri credenziali. Ciascuna studentessa ha sviluppato la propria idea di segno/timbro, in un secondo step sono state individuate tre proposte. La classe si è suddivisa in tre gruppi. Chi si è occupato dello sviluppo del segno grafico, chi del lettering e chi di curare la presentazione del progetto. Un continuo confronto tra studentesse e docenti coinvolti, sperimentando tecniche e ricerche di approfondimento. I progetti hanno trovato la sguardo del “committente” che ha scelto il progetto con il segno grafico di Viola Perenzoni. Lo sviluppo definitivo del progetto è avvenuto in team dove ogni studentessa ha realizzato uno dei timbri. Viola Perenzoni / Nicol Cosenza / Sara Medkouri / Martina Mazzetto / Asia Angelini / Giada Coatti / Nicole Galvagni / Michela Giacomazzi / Cheyenne Diaz Darigo La seconda parte del progetto costituita dall’ideazione/illustrazione della mappa del cammino è in fase di completamento. Sono state individuate tre idee di mappa che si declineranno in una tovaglietta da ristorazione e in locandine. docente referente: Maria Eletta Baroni (discipline grafiche) docenti coinvolti: Marina Candioli (laboratorio Type) classi coinvolte: III A Indirizzo grafica
Corso di navigazione
Corso di navigazione Esperienze di “educazione ambientale marina”, di gestione e conduzione in gruppo di una imbarcazione a vela, di condivisione di esperienze, spazi e compiti a bordo Tre notti – 4 giorni a bordo, da martedì 11 a venerdì 14 ott. 2022, con destinazione Porto di Cala Galera – isola del Giglio – isola di Giannutri nell’Arcipelago Toscano Non potevamo fare scelta migliore … Ne siamo rimasti davvero entusiasti. Abbiamo vissuto un’avventura unica e coinvolgente, in compagnia degli studenti del Vittoria e dei docenti accompagnatori. Un piccolo diario di bordo Al porto di Cala Galera, all’imbarco, ad attenderci c’erano gli skipper che ci hanno presentato Medea, Calliope e Uran; i tre cabinati da 8 posti su cui abbiamo navigato nei tre giorni successivi. Con i “Capitani” abbiamo imparato a conoscere gli spazi della barca, a prepararla per la partenza, allestendo anche la cambusa, per poi prepararci a salpare dopo un breve briefing sulle mansioni da svolgere a bordo. Nei giorni di navigazione gli skipper ci hanno insegnato come governare la barca in mare; dal salpare dai porti, con navigazione a motore, al passare alla navigazione a vela, con la collaborazione di tutti nell’effettuare le manovre di routine. Abbiamo imparato a direzionare le vele secondo le condizioni del vento, che come le altre condizioni climatiche sono state decisamente favorevoli. A turno abbiamo svolto tutte le mansioni nautiche, dal timonare, ad issare e ammainare le vele, al governare l’imbarcazione al variare del vento, ad ormeggiare in rada o nei porti finita la navigazione. La vita in barca è stata particolarmente interessante, abbiamo imparato a condividere gli spazi comuni, i servizi, le cuccette, la cucina ed a rassettare in continuazione la barca per tenerla in assetto di navigazione. Non sono mancati i momenti divertenti, come i tuffi in mare e le nuotate verso le altre sette imbarcazioni della flotta “Altura”, le continue comunicazione con i walky talky usando il linguaggio marinaresco, la relazione spontanee e collaborative tra le classi e i giochi a bordo prima di addormentarsi. Un momento decisamente interessante è stato quello dello sbarco sull’isola del Giglio, dove abbiamo avuto la possibilità di visitare, dopo un trekking di oltre un’ora in salita (30%), Giglio Castello. Nel borgo abbiamo potuto cenare accomodandoci tra i pittoreschi vicoli attigui ad un’accogliente osteria italiana. Tra i canti degli skipper e le risate degli studenti abbiamo gustato la tipica pizza isolana. Tornati in porto abbiamo festeggiato, tutti uniti allegramente, prima di imbarcarci nuovamente. L’esperienza vissuta, sicuramente arricchente dal punto di vista personale, ha contribuito ad ampliare le nostre conoscenze in ambiti mai esplorati, da quello tecnico-nautico a quello ambientale-marino e territoriale visitato. Evidenziamo anche l’aspetto socializzante e cooperativo che si è creato spontaneamente tra studenti, docenti accompagnatori e skipper. Concludendo, è stato un viaggio che ripercorreremo volentieri, non solo per l’originalità della proposta, ma anche per averlo vissuto immersi in una natura incantata. Sono stati quattro giorni intensi, pieni di emozioni positive e nuovi apprendimenti. Lasciando a terra le preoccupazioni ci siamo goduti al meglio queste giornate felici. La ciurma di 5A Precedente Successivo Precedente Successivo
Bruma
BRUMA Cortometraggio nell’ambito del concorso “Come ripartiamo” promosso da Fondazione Caritro Valle di montagna, 2015 Luca è un ragazzo di 18 anni, lavora con suo padre Michele nel Gasthof di famiglia, anche se vorrebbe lasciare la valle e studiare in città. Dopo l’ennesimo litigio con Michele, l’inaspettato arrivo al Gasthof della zia Luciana cambia le cose. Dialogando con lei, Luca trova la forza per affrontare il padre. L’indomani Luca saluta la madre e scappa in città con Luciana, Michele all’oscuro della fuga del figlio, durante la caccia mattutina capisce di dovergli dare l’opportunità di scegliere. Un corto che parla del coraggio e della libertà di crescere Backstage Precedente Successivo Busa Film Festival: il Liceo artistico Depero si distingue per il livello dei suoi cortometraggi Il BFF – Busa Film Fest, il giovane festival di cortometraggi giunto alla sua terza edizione, ha premiato il cortometraggio Bruma, scritto e realizzato in tutte le sue fasi dagli studenti del Liceo artistico F. Depero di Rovereto. Nella bellissima location del parco Nelson Mandela ad Arco, durante le giornate del 9/10 luglio, Bruma ha superato la selezione ufficiale del Festival e si è aggiudicato il Premio del Pubblico come miglior cortometraggio per la giuria popolare. Il film è parte di un progetto didattico di Alternanza Scuola Lavoro realizzato dalla classe 5^B Audiovisivi-Multimedia, fresca di diploma, a cura della prof.ssa Margherita Micheli (coordinatrice di Dipartimento) e del docente del Depero Jordi Penner, grazie al finanziamento della Fondazione CARITRO nell’ambito del concorso “Come ripartiamo?”, volto a favorire il ritorno alla normalità dopo la prima fase dell’emergenza pandemica. E in effetti per i ragazzi ed i loro docenti è stato emozionante tornare a lavorare in una dimensione di concretezza e socialità, e lo stesso soggetto del film è sintomatico del bisogno di ricominciare a proiettarsi nel futuro. Tutte le fasi della realizzazione del corto sono opera degli studenti, dal soggetto originale, passando per la sceneggiatura fino ai momenti cruciali delle riprese, alle quali hanno partecipato gli attori Raffaella Anzalone e Giovanni Vettorazzo e la giovane promessa trentina del cinema italiano Matteo Santorum, il quale ha prestato il suo volto al protagonista, Luca. La storia è quella di un classico conflitto generazionale tra un ragazzo trentino, che sogna di studiare in una grande città e fare esperienze, e il padre tradizionalista e un po’ burbero che lo vorrebbe trattenere tra le montagne, ancorato all’attività di famiglia. Il tutto raccontato con sensibilità, originalità e partecipazione emotiva dagli studenti del quinto anno, chiamati di lì a poco a compiere scelte importanti per la loro vita, proprio come Luca. Dopo le riprese è seguita la fase di post produzione e comunicazione, anch’essa curata in tutte le sue parti dai ragazzi che ne hanno determinato ogni aspetto, dal montaggio, alla musica fino alla locandina originale. Ma non è finita qui per il Depero. Al BFF è stato inoltre presentato “fuori concorso” il cortometraggio La rovesciata, anche questo un progetto di ASL e di Educazione alla cittadinanza, realizzato dalla classe 5C, indirizzo Audiovisivi, con il prof. Giuliano Panaroni, su commissione del Lotta Club Rovereto con il duplice scopo di promuovere la cultura dello sport della lotta, in occasione della coppa Italia e come omaggio a Luciano Debiasi, il quale ha fondato il club roveretano cinquanta anni fa, dedicando una vita a questo sport e soprattutto ai giovani. Il video racconta la vicenda di un giovane campione, Giulio, costretto ad abbandonare la lotta per un infortunio, ma che poi torna a lottare, motivato da un amico, diventando poi un campione ed allenatore. Nel corto il Giulio adulto è interpretato da Thomas Anesi che è stato appunto campione del mondo negli anni ‘90.
Quaderni etici
Quaderni etici, neutri e solidali Classe 4A – grafica Si è svolta lunedì 4 aprile 2022 al Liceo Depero la presentazione degli elaborati della classe 4A grafica, sviluppati nell’ambito del progetto: “Quaderni etici, neutri e solidali”. L’iniziativa rientra nelle attività di educazione alla cittadinanza dell’istituto, è promossa dall’associazione Docenti senza Frontiere ed è mirata alla sensibilizzazione degli studenti di tutti i cicli scolastici sul tema della cooperazione, sia a livello globale (l’associazione promuove azioni di supporto economico e didattico in paesi in via di sviluppo) che come approccio attivo all’apprendimento. Gli studenti hanno elaborato delle proposte per le copertine dei nuovi “quaderni etici” che saranno distribuiti dal prossimo anno scolastico e serviranno a finanziare azioni concrete dell’associazione a livello nazionale ed internazionale, oltre che a portano nelle scuole aderenti messaggi etici e d’ispirazione per le nuove generazioni. Il tema individuato per questa edizione dei quaderni etici è “competizione o cooperazione”, due termini solo apparentemente contrastanti, che possono essere riferiti a sistemi economici complessi ma riportabili anche a piccoli sistemi locali di crescita e di sviluppo. Gli studenti hanno assistito ad una conferenza online, nel mese di febbraio, parallela tra istituti scolastici aderenti al progetto dove l’argomento è stato esposto da Laura Ambrosi e Danila Buffoni di Docenti Senza Frontiere e dall’economista Michele Dorigatti della Fondazione Don Lorenzo Guetti. Il lavoro fatto in classe ha visto i ragazzi collaborare nell’analisi e nella ricerca dell’argomento, per sviluppare poi delle proposte individuali. Sono stati coinvolti i docenti di indirizzo, Federico Lanaro, Susanna Villanova, Maurizio Cesarini e l’insegnante di lettere Fabiana Caione. Al termine della presentazione degli studenti la presidente dell’associazione Docenti Senza Frontiere, Danila Buffoni ha espresso gratitudine agli studenti per l’apporto al progetto. Ha evidenziato l’importanza del “sapere agito” e della condivisione dello stesso tra vari cicli scolastici. L’associazione vuole in questo modo dimostrare che l’istruzione può cambiare la mentalità delle persone e creare un mondo più etico, pacifico e globale. Precedente Successivo Esposizione delle proposte durante la Settimana Civica del Comune di Rovereto
Settimana civica
I progetti del Liceo Depero presentati alla Settimana Civica di Rovereto La Settimana Civica è un appuntamento nato nel 2021 per valorizzare e favorire l’incontro tra i percorsi di Educazione civica e alla cittadinanza realizzati dalle scuole e le iniziative di attivazione civica portate avanti dalla società civile. A Rovereto l’iniziativa è promossa e co-organizzata dal Comune con il supporto del Centro per la Cooperazione Internazionale e di ATAS Onlus. È l’occasione per valorizzare le esperienze di cittadini responsabili e attivi, promuovere la loro partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità e rafforzare il legame tra dimensione locale e globale. La scuola fuori dalle mura Dal 21 Aprile 2022 al 04 Maggio 2022 Progetto sperimentale di “didattica modulare” in scienze motorie – Liceo Artistico Depero Rovereto.In occasione della Seconda Settimana Civica, il Comune di Rovereto, insieme ad Atas Onlus e al Centro per la Cooperazione internazionale, ha messo in campo un progetto destinato a rendere i giovani e i cittadini sempre più protagonisti, anche attraverso la scuola. Le classi 3^, 4^ e 5^ del Depero Rovereto che nel 20-21, anche per affrontare i disagi della pandemia, hanno lavorato in MODULI di 6 ore alla volta per sviluppare l’attività motoria e sportiva scolastica, anche nel 21-22 si sono avvalsi di questo progetto di successo. Lo slogan: La SCUOLA FUORI DALLE MURA; per un’autonomia operativa dello studente, per la conoscenza del territorio, per lo sport in ambiente naturale, presso i centri sportivi della città, in valle o zone limitrofe (in territorio montano e lacustre), per un apprendimento e uno studio sempre più interdisciplinare, per una scuola al passo coi tempi. Le competenze maturate dagli studenti a seguito di tali esperienze motorie hanno assunto e, siamo convinti, assumeranno nel domani, un valore fondamentale perché favoriscono una mentalità sempre più incline a condurre stili di vita salutari, atti a contrastare patologie croniche e sedentarietà – oggi molto diffuse, a prevenire inutili costi sociali/sanitari e investire, al contrario, sul capitale umano, per l’acquisizione di una sana socialità tra i soggetti – ispirata anche all’etica e al fair play nello sport, preventiva rispetto a comportamenti devianti e malsani. La SCUOLA FUORI DALLE MURA, nella sostanza, è una soluzione esperienziale unica nel suo genere, svolta sul territorio per conoscerlo e valorizzarlo; un progetto che favorisce l’educazione alla cittadinanza e la socialità solidale, la promozione della salute e del benessere individuale, l’autonomia consapevole, al riconoscimento dei propri limiti e potenzialità nella motricità finalizzata: insomma un espediente vincente per la “nuova” scuola che vogliamo Precedente Successivo Blum Giovedì 21 aprile, presso la sede FMST – Gallerie di Piedicastello È giunto al termine il percorso su Alexander Langer, iniziato nell’autunno 2020, che ha visto coinvolti gli studenti della classe 5^B del Liceo artistico Depero, indirizzo Audiovisivi, e gli studenti di una quinta superiore del liceo scientifico di lingua tedesca di Bolzano in collaborazione con la Fondazione Museo Storico del Trentino e la Fondazione “Alexander Langer” di Bolzano. Giovedì 21 aprile, presso la sede FMST – Gallerie di Piedicastello, abbiamo partecipato all’incontro finale che ha portato le due classi a incontrarsi e discutere sui temi precedentemente approfonditi in modo separato. Il percorso didattico ha portato studenti e studentesse ad approfondire la vita e il pensiero di Alexander Langer, politico altoatesino fermo promotore di uno stile di vita che favorisse una conversione ecologica e una pacifica convivenza interetnica. Ciò è stato fatto attraverso la visione di documentari, la lettura di testi, discussioni e incontri con testimoni amici di Alexander Langer. Gli studenti delle due classi sono così riusciti a creare due cortometraggi che serviranno alla Fondazione Museo Storico del Trentino (FMTS) per valorizzare la recente acquisizione dell’Archivio Langer. L’incontro è stato caratterizzato da due momenti. Durante la prima parte, le due classi hanno presentato una propria riflessione partendo dal pensiero di Alexander Langer, proiettando i propri cortometraggi. In questa occasione gli studenti del liceo Depero hanno raccontato come conoscere e studiare la figura di Langer li abbia portati a considerarlo come un “amico”, sottolineando l’importanza delle persone che si battono per i propri ideali. Si è poi passati alla proiezione del cortometraggio “BLUM”, descrivendo come è stato creato il video a livello tecnico. Gli studenti e le studentesse del liceo di Bolzano hanno portato alla luce altri aspetti emersi dalla conoscenza di Langer. Le parole chiave dei loro cortometraggi sono state “appartenenza” e “identità”, ma hanno anche sottolineato l’importanza della ricchezza linguistica nella quotidianità. Durante la seconda fase dell’incontro gli studenti e le studentesse hanno dibattuto in gruppi su parole chiave come “identità”, “Europa” e “Trentino-Alto Adige”. L’esperienza che hanno vissuto gli studenti e le studentesse dei due licei ha mostrato così l’importanza del conoscere l’altro e del confronto. Ringraziando ancora la prof.ssa Cristoforetti per averci dato la possibilità di partecipare all’incontro, ci teniamo a segnalare che il cortometraggio realizzato dai ragazzi e dalle ragazze della classe 5^B del Liceo artistico Depero, si può trovare sul blog online qui. Federica Antonelli Quaderni Etici Dal 21 Aprile 2022 al 04 Maggio 2022 – Urban Center Rovereto Qualche giorno prima di Pasqua abbiamo avuto l’occasione di incontrare a Rovereto la professoressa Susanna Villanova del Liceo Artistico Depero, per farci raccontare un interessante progetto a cui hanno partecipato nei mesi scorsi i suoi dieci studenti e studentesse della sezione 4A del percorso quinquennale di grafica. L’occasione è stata, lo scorso 4 aprile, la presentazione degli elaborati finali sviluppati dalla classe nell’ambito del progetto “Quaderni etici, neutri e solidali”, un’iniziativa promossa dall’associazione Docenti senza Frontiere nel contesto delle attività di educazione alla cittadinanza dell’istituto.Il tema individuato per questa edizione del progetto è stato “competizione o cooperazione”. “Due termini solo apparentemente contrastanti, che possono essere riferiti a sistemi economici complessi, ma che sono riscontrabili anche a livello dei piccoli sistemi locali di crescita e di sviluppo” ha sottolineato Susanna Villanova.“L’iniziativa mira alla sensibilizzazione di studenti e studentesse di tutti i cicli scolastici sul tema della cooperazione, sia a livello globale, che come approccio attivo all’apprendimento – ci ha spiegato la professoressa…
Degrado vs valorizzazione
Degrado vs valorizzazione: gli studenti del Depero per il patrimonio artistico locale Il Liceo artistico Depero di Rovereto ha portato a termine un bellissimo progetto didattico multidisciplinare dal titolo “Guide turistiche per un giorno. La chiesa della Santissima Trinità. Degrado vs valorizzazione”, con il quale ha aderito – insieme ad altre scuole della città e in particolare al Liceo Rosmini, scuola capofila – al bando promosso dalla Fondazione Caritro nel 2020 rivolto al sistema trentino per favorire la ripartenza ed il ritorno alla normalità nel periodo post Covid, sostenendo le realtà del territorio nel progettare attività da sviluppare con logiche di rete e di comunità. Con la guida della prof.ssa di Storia dell’arte Elisabetta Rizzioli, gli studenti della classe 4^B indirizzo Audiovisivi hanno individuato un edificio religioso cittadino che, pur essendo patrimonio storico-artistico, versa in grave stato di degrado: si tratta, appunto, della Chiesa della Santissima Trinità a Borgo Sacco, nei pressi della Manifattura Tabacchi, piccolo gioiello settecentesco già giuspatronato dei conti Bossi Fedrigotti. Con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica, la comunità scolastica e le Istituzioni locali al valore del monumento e alla necessità di un intervento di restauro strutturale-conservativo, gli studenti hanno compiuto dei sopralluoghi per effettuare una documentazione fotografica della chiesa, con i suoi preziosi dipinti di Domenico Udine, già oggetto – insieme all’intero sito – degli studi e delle pubblicazioni della prof.ssa Rizzioli. Con la supervisione dei docenti Lorenzo Manfredi (Discipline audiovisive-multimediali) e Lucio Tonina (Laboratorio fotografico) la classe ha realizzato, quindi, un servizio fotografico ed un filmato che mostrano la bellezza e le potenzialità dell’edificio, in contrasto con la triste realtà di abbandono e degrado in cui versa. Dopo un’attenta preparazione sulla storia e la decorazione pittorica e scultorea della Chiesa, i ragazzi della 4^B hanno, inoltre, condotto gli studenti della classe 3^E dell’Istituto secondario di primo grado Negrelli in una visita guidata in loco, allo scopo di far conoscere il monumento e le attività didattiche peculiari del nostro Liceo (visita poi documentata da un altro video) in ottemperanza alla logica di rete e comunità prevista dal bando Caritro. Il lavoro dei ragazzi è stato, infine, presentato pubblicamente lo scorso 17 marzo presso Palazzo del Ben-Conti d’Arco, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, alla presenza della dirigente del Liceo Depero, prof.ssa Daniela Simoncelli. Tale progetto, oltre a mettere in campo le conoscenze e le competenze acquisite dai ragazzi nell’ordinaria attività scolastica, ha rappresentato per loro una preziosa occasione professionalizzante, rientrante a pieno diritto nell’Alternanza Scuola Lavoro, ma anche di acquisizione della coscienza civica rispetto al patrimonio artistico-culturale italiano. https://www.liceodepero.blog/wp-content/uploads/2022/04/Chiesetta-Santissima-Trinita.mp4 Precedente Successivo
Le Dolomiti e il tempo
Le dolomiti e il tempo Quaderno di Scienze per la scuola elementare La classe 5A indirizzo grafica del Liceo F.Depero di Rovereto, coordinata dalla prof.ssa Manuela Salvi, ha realizzato il quaderno “Le Dolomiti e il tempo”, una produzione editoriale rivolta agli alunni di scuola primaria. Il quaderno è caratterizzato da illustrazioni scientifiche e creative, inerenti le trasformazioni morfologiche, climatiche e cromatiche delle Dolomiti, in un contesto di Alternanza Scuola Lavoro volto a sviluppare le competenze pluridisciplinari. In particolar modo, il prodotto evidenzia come la scienza e il fare artistico siano connessi e servano per comprendere fenomeni, ma anche per cercare soluzioni e spiegare, attraverso vari ambiti e con linguaggi non convenzionali, il perché delle cose. Si può spiegare la bellezza? Si può insegnare la bellezza? Se sappiamo osservare, possiamo stupirci. La classe, accompagnata dai due esperti del Muse dott.re Massimo Bernardi e dott.re Osvaldo Negra, si è avvicinata all’argomento seguendo lezioni di approfondimento degli aspetti scientifici sulla formazione delle Dolomiti. E’ seguita una documentazione e ricerca scritta e iconografica, con l’analisi di alcune illustrazioni scientifiche e sistemi di reinterpretazione grafica dei dati con catalogazione e descrizione dei fenomeni adatta al target di riferimento. Dall’analisi e riproduzione grafica, si è passati all’interpretazione più adeguata sperimentando varie tecniche grafico/pittoriche, digitali o a stampa, per trovare il linguaggio visivo più consono. Gli studenti così hanno avuto modo di avvicinarsi al compito specifico del grafico: cioè analizzare dei dati e veicolare le informazioni attraverso una comunicazione efficace che raggiunga il destinatario del messaggio. La comunicazione ha utilizzato anche schemi grafici, icone, elementi in sintesi, timeline, ecc. per sottolineare alcuni dati in modo sintetico e diretto definendo il prodotto editoriale. Il processo creativo si è avvalso di un team di lavoro, “work in progress”, con step dedicati alla collaborazione e al confronto fra insegnanti ed alunni. Si è arrivati al prodotto editoriale finito mediante il “problem solving”: cioè l’insegnamento di un iter progettuale e di un flusso di lavoro adeguato, anche in modalità Clil nella produzione delle schede didattiche allegate al quaderno. Sul sito del MUSE sezione impara è possibile scaricare gratuitamente il Quaderno e le schede didattiche: sul sito MUSE- sezione Impara, lo trovi qui il collegamento alla pagina specifica sia dal “rettangolo” delle news che dal box. Questa la pagina specifica con il link al quaderno. Precedente Successivo Gli studenti hanno imparato a creare rispettando i vincoli attraverso una interpretazione oggettiva, a lavorare in team con un approccio critico, a saper esporre e sostenere il proprio progetto in maniera adeguata e a verificarne l’efficacia. dal sito MUSE: Il Liceo Artistico “F.Depero” di Rovereto presenta il Quaderno “Le Dolomiti e il tempo”, realizzato negli anni scolastici 2019-20 e 2020-21, dalla classe 5A indirizzo Grafica. Il progetto, che si sviluppa nell’ambito dell’illustrazione scientifica, è stato coordinato dalla prof.ssa Manuela Salvi in collaborazione con il dott. Massimo Bernardi e il dott. Osvaldo Negra del MUSE. Il Quaderno, comprensivo anche di schede didattiche da completare e colorare, è rivolto alla scuola primaria e disponibile gratuitamente. Referente del progetto: Manuela Salvi Team: Scienze: Marco Forte Type design: Marina Candioli Fotografia: Ilaria Piazza Inglese: Clelia Frizzi Dirigente scolastico: Daniela Simoncelli Illustrazioni alunni classe 5A indirizzo Grafica Angeli Isabel, Battisti Leonardo, Campostrini Ginevra, Galas Damiano, Gardin Alice Linda, Gazzini Stefano, Giovanazzi Antonio, Manfredi Alice, Marzadro Elisa, Palanti Alessia, Peroni Sofia, Rigotti Asia, Santacatterina Emily, Santini Zeno Biagio, Vicentini Gabriele, Zampedri Aurora, Zardi Elena Ringraziamenti: MUSE Dott.re Massimo Bernardi Dott.re Osvaldo Negra
BLUM
BLUM Il Depero si confronta con il messaggio di Alexander Langer È ormai in dirittura d’arrivo un percorso su Alexander Langer iniziato nell’autunno 2020, ed oggi divenuto particolarmente attuale, che ha visto coinvolta la classe 5^B del Liceo artistico Depero, indirizzo Audiovisivi, in collaborazione con la Fondazione Museo Storico del Trentino e la Fondazione “Alexander Langer” di Bolzano. Il progetto didattico, finalizzato alla realizzazione di un cortometraggio che servirà alla Fondazione Museo Storico del Trentino (FMST) per valorizzare la recente acquisizione dell’Archivio Langer, è stato coordinato dai docenti Claudia Cristoforetti (coordinatrice del progetto e responsabile dei contenuti storici, in qualità di insegnante di Storia e Filosofia), Margherita Micheli (Discipline progettuali audiovisive) e Jordi Penner (Laboratorio di ripresa e montaggio). Attraverso la visione di documentari, la lettura di testi, discussioni e incontri con testimoni amici di Alexander Langer (dott.ssa Rosetta Infelise Fronza e dott. Giorgio Mezzalira), gli studenti hanno approfondito la vita e il pensiero di Langer, politico altoatesino che ha proposto, con le parole e con le azioni, uno stile di vita “più dolce, più lento, più profondo” per favorire una reale conversione ecologica e una pacifica convivenza interetnica. Il 22 febbraio scorso, il filmato così realizzato – intitolato “Blum” – è stato presentato ai committenti, rappresentati da Michele Toss, Elisa Bertò, Alice Manfredi (FMST) e Giorgio Mezzalira (Fondazione Langer). Il percorso giungerà a termine il 21 aprile 2022, presso la sede FMST – Gallerie di Piedicastello, quando avverrà un confronto su contenuti e metodi con gli studenti di una quinta superiore del liceo scientifico di lingua tedesca di Bolzano, i quali, a loro volta, hanno approfondito alcuni testi langeriani, realizzando un proprio prodotto. Nel pomeriggio, infine, la FMST proporrà alle due classi un laboratorio sulla storia dell’autonomia regionale. Gli studenti, a partire dalle loro esperienze sul pensiero di Langer, saranno stimolati a confrontarsi fattivamente sul messaggio di Langer per promuovere una cultura del rispetto e della collaborazione fra realtà culturali vicine, ma con specificità proprie. Nonostante la tragica fine di Alex, che si è tolto la vita nel 1995, il suo pensiero e la sua testimonianza continuano a stimolare le coscienze che, come lui ha invitato a fare, perseguono “ciò che è giusto”. Precedente Successivo https://www.liceodepero.blog/wp-content/uploads/2022/03/Liceo-Depero_BLUM-480.mov
Ex
Cosa fare dopo il Depero? Alcune esperienze… La cosa più bella? L’ambiente, il condividere ciò che fai con persone che hanno la tua stessa passione Alessandro Morbin Università: RUFA – Cinema (Roma) Ti dà l’occasione di raccontare la tua storia Gabriele Scudiero Università: CSC – animazione (Torino) Scegliere lo Iuev è scegliere Venezia, il suo spirito artistico e culturale Filippo Ferro Università: IUAV – architettura (Venezia) A chi la consiglierei? Se ti piace fare è il posto giusto Ismaele Gregori Università: LIBERA UNIVERSITÀ DI BOLZANO – design (Bolzano) L’unione tra la psicologia e la grafica comunicativa Giulia Nistri Università: SCIENZE COGNITIVE – interfacce e tecnologie della comunicazione (Rovereto) Ti dà la possibilità di sperimentare nell’ambito cinematografico in modo molto autonomo Riccardo Pisetti Università: RUFA – Cinema (Roma) Venezia è una città sia grande che piccola, si ha un continuo scambio interculturale CarloAlberto Rebecchi Università: IUAV – architettura (Venezia) Un futuro che ti crei con lo studio, ascoltando i consigli giusti e guardando la prossima curva Ettore Calzoni Università: IAAD – transportation design (Torino) Io sono dislessico e disgrafico, da quando sono in Isia lavoro molto, proprio in questo settore Claudio Bolzonello Università: ISIA – progettazione grafica e comunicazione visiva (Urbino) Una cultura artistica a 360 gradi Maddalena Soini Università: IUNIVERSITÀ DI VERONA – beni culturali (Verona)
Troyes, concorso internazionale
Studenti del Depero premiati a Troyes per un concorso internazionale di arti visive patrocinato dall’UNESCO L’Italia si è fatta onore in Francia, anche grazie all’abilità degli studenti del Liceo artistico F. Depero di Rovereto, presso il Centro per l’UNESCO Louis François a Troyes, dove sono stati selezionati e premiati i migliori lavori artistici realizzati da bambini e ragazzi di ben 150 paesi del mondo per il prestigioso concorso internazionale di arti visive 2020/2021 “Graine d’artiste-Città di Troyes”, patrocinato dall’UNESCO. A causa della pandemia, i cento vincitori dell’ultima edizione sono stati decretati solo nel novembre 2021, e pochi giorni fa è arrivata al Liceo Depero la splendida notizia che tra loro c’è anche la nostra studentessa Claudia Gaio, frequentante la classe 2^C, posizionatasi al settimo posto per la creazione di un’opera con l’utilizzo di tecniche grafiche. Al concorso hanno partecipato numere classi del biennio, sotto la guida degli insegnanti di Discipline Pittoriche Marco Tita (1^B e 1^D), Maria Menguzzato (1^A, 1^B), Deborah Lot (1^C,1^D,2^C), Tiziana Pretto (1^A 1^C). Sono state riservate, inoltre, due menzioni speciali per gli studenti Riccardo Zorzi della classe 2^D ed Erika Semerano della 2^A. Claudia ha ricevuto una prestigiosa medaglia ed il diploma d’onore, mentre tutti i partecipanti, divisi in categorie, saranno registrati nel fondo artistico della biblioteca d’arte a Troyes. Non è la prima volta che il liceo Depero ottiene riconoscimenti in questo concorso: già nell’anno scolastico 2017-2018 una nostra ex studentessa aveva ottenuto il terzo posto ed altri 12 erano stati selezionati tra i primi 100. Quest’anno il concorso verteva attorno al tema “Il viaggio: sogno o incubo” ed era rivolto a bambini e ragazzi dai 3 ai 25 anni di tutto il mondo per promuovere la pratica artistica tra i bambini e i giovani, con l’obiettivo di riunirli attorno a un’azione internazionale comune. La missione del Centro Louis François, infatti, è di coinvolgere le giovani generazioni a costruire una memoria dell’umanità e si impegna a mantenere tutte le creazioni artistiche partecipanti all’interno del suo artothèque “Mémoires” del futuro. Con questo concorso, dal 1994 sono state raccolte più di 114.000 creazioni artistiche provenienti da 150 paesi: un vero patrimonio artistico di bambini e giovani, ricco di creatività e immaginazione. L’opera realizzata da Claudia Gaio _ 2C 2021/22
Domenico Udine Nani. Nuove carte antiche
08 Febbraio 2022 dalle 18.00 alle 19.30 | Rovereto, Palazzo Alberti Poja, Sala Belli Presentazione del volume: Domenico Udine Nani. Nuove carte antiche di Elisabetta G. RizzioliDialoga con l’autrice Cristina SegaA cura della Biblioteca civica “G. Tartarotti” Si parlerà dell’archivio Bossi Fedrigotti, fonte primaria della ricerca di Elisabetta Rizzioli.Saranno visibili in sala alcune riproduzioni (a cura del Circolo fotografico l’Immagine di Rovereto) di documenti d’archivio, di fotografie e di interni del palazzo sede della storica famiglia roveretana.La rivisitazione di Domenico Udine Nani (Rovereto 1784 – Firenze 1850), pittore frescante restauratore, aggiorna lo stato degli studi sulla committenza dei vari lavori per la chiesa saccarda della Santissima Trinità, già giuspatronato della famiglia Bossi Fedrigotti, ed intende proporre, in ordine ad una geografia dello sguardo per la tutela e la conservazione, una riflessione sulla sorte e destinazione d’uso del vicino palazzo di famiglia, imponente ed integra testimonianza culturale della storia plurisecolare del casato nobiliare. Essendo stata revocata la messa in vendita dello stabile, la dimora storica con i suoi affreschi, gli stucchi, gli arredi, le suppellettili e la prestigiosa quadreria – che conserva anche una fra le più significative pale d’altare del Nostro (la Madonna di Caravaggio, dipinta entro il mese di giugno del 1840, unolio su tela di cm 240 x 165, già sull’altare della cappella della Madonna di Caravaggio nella chiesetta saccarda) – può dunque continuare a mantenere la propria identità socioculturale di casa museo Bossi Fedrigotti, ed è forse possible pensare che gli attuali eredi in ordine ad un’imprescindibile governance di varie partnership istituzionali e finanziarie tra attori pubblici e privati possano disporre anche eventuali (e diversificate) modalità di fruizione pubblica del patrimonio artistico materiale e immateriale ivi custodito in ordine ad una cultura diffusa sul territorio. La copertina del volume: Domenico Udine Nani. Nuove carte antiche | di Elisabetta Rizzioli Elisabetta G. Rizzioli, Ph. D. Art History all’Università di Pisa, docente presso il Liceo Depero di Rovereto, giornalista pubblicista, socia dell’Accademia Roveretana degli Agiati, è storica dell’arte ed i suoi interessi di ricerca vertono principalmente sull’arte italiana ed europea tra Cinquecento eOttocento, con particolare attenzione alle questioni figurative e plastiche neoclassico-romantico-puriste. Ha pubblicato le seguenti monografie: Domenico Udine Nani 1784-1850, Osiride, Rovereto 2003 (con il successivo ampliamento Domenico Udine Nani 1784-1850. Aggiunte al catalogo delle opere, Osiride, Rovereto 2004); Antonio Rosmini Serbati conoscitore d’arte, La Garangola, Padova 2008; Archimede. Immagini, iconografie e metafore dello scienziato siracusano dal Cinquecento all’Ottocento. Filosofia e scienza fra valori simbolici e paradigmatici, Osiride, Rovereto 2013; L’officina di Leopoldo Cicognara. La creazione delle immagini per la Storia della Scultura, Osiride, Rovereto 2016; La «Collezione di tutti i disegni originali che hanno servito per intagliare le tavole della Storia della Scultura di Leopoldo Cicognara» (Vat. lat. 13748), Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 2016 («Studi e testi», 509); Enrico Morelli. Un testo in pietra per la chiesa di San Michele Arcangelo a Montemagno di Camaiore, Osiride, Rovereto 2017; Domenico Udine Nani. Nuove carte antiche, Osiride, Rovereto 2019, numerosi saggi in riviste specializzate, atti di convegni, collane editoriali, miscellanee e cataloghi.
Lo sCentrato
Lo sCENTRATO – voci dal quartiere, è un progetto promosso da un gruppo informale di giovani insieme a: “Tavolo di quartiere Centro” e “ATAS onlus” con il sostegno di roveretogiovani.it. Lo sCentrato è un progetto nato da poco che coinvolge tutti i cittadini che frequentano la città di Rovereto. In particolare, il nostro liceo delle Arti vuole dare il proprio contributo a questa realtà tramite le capacità tecniche e creative degli studenti in ambito artistico e comunicativo. Nella seconda edizione della rivista, compaiono già i primi “deperiani” che hanno aderito al progetto, contribuendo con alcune foto che rispecchiano la loro visione di “studente in centro”. Per partecipare è fondamentale una sola cosa, voglia di condividere! Può un semplice foglio di carta unire tante persone? Lo sCentrato, voci dal quartiere, crede che questo sia possibile! Da qui è nata l’idea di dare vita ad un piccolo giornalino che funga da strumento di coesione sociale per unire persone attraverso storie e racconti, illustrazioni e fotografie…. se hai una storia da raccontare o vuoi scoprire come funziona una redazione Lo sCENTRATO è il posto giusto per te! Hai un’idea che ti frulla in testa?! Raccontacela e ti aiuteremo a trasformarla in un progetto! Scopri di più sul piano giovani di Rovereto sul sito http://roveretogiovani.it/
Tour Mondiale GWA di Wing Foil
Tutoraggio sportivo Il Progetto nasce dalla volontà di promuovere azioni di sostegno a favore degli studenti che praticano attività sportiva a carattere agonistico con risultati di eccellenza. La finalità perseguita è di riconoscere, all’interno dei normali percorsi scolastici, l’impegno nell’attività sportiva, assicurando forme di supporto destinate a facilitare il successo educativo, tanto in ambito scolastico quanto nell’attività agonistica. In tal senso la Giunta Provinciale dispone annualmente, all’interno della Delibera di costituzione degli organici, che nelle scuole secondarie di 2° grado ove siano presenti studenti impegnati in via continuativa in competizioni sportive di rilievo nazionale e internazionale, possa essere prevista la figura dell’insegnante tutor con il compito di coniugare la carriera scolastica dello studente con quella sportiva. Agli studenti ammessi a questo progetto verrà inoltre riconosciuto, a discrezione del Consiglio di classe e degli Istituti di appartenenza, un monte ore nell’ambito del percorso di alternanza scuola/lavoro. (vivoscuola) Il tutor sportivo del Liceo Depero è il professor Matteo Lazzizzera Tour Mondiale GWA di Wing Foil REPORT DEL NOSTRO STUDENTE E AGONISTA RICCARDO ZORZI DELLA COMPETIZIONE SVOLTASI A TARIFA Buonasera amici, sono Riccardo e vi scrivo da Barcellona, città pazzesca che ho voluto visitare.Sto rientrando da Tarifa dove ho disputato la tappa conclusiva del tour Mondiale GWA di Wing Foil.Volevo condividere con voi il ricordo di questo fantastico evento. Sono partito il 21 dicembre con tutta la mia famiglia per arrivare qualche giorno prima dell’inizio dell’evento così da potermi allenare ed ambientare alle condizioni del mare e dello spot.Sfortuna vuole che le condizioni meteo siano state pessime: tre giorni con poco vento e tanta pioggia, quindi l’allenamento è stato ridotto e le condizioni davvero brutte.In acqua c’erano già alcuni atleti francesi che si stavano allenando, tra cui Malo Guenole che eseguiva già dei Tricks pazzeschi con poco vento e sulle onde. Non nascondo la mia preoccupazione di dovermi confrontare con lui in gara perché mi sentivo decisamente inferiore.La sua manovra preferita era il BackFlip, una capriola avvitata all’indietro… praticamente il mio incubo! Sono mesi che mi esercito ma non sono ancora riuscito ad eseguirla correttamente. Il primo giorno di gara i giudici iniziano con i sorteggi ed esce fuori che avrei dovuto confrontarmi con Stefan Spissberger, un atleta dalla carriera invidiabile in freestyle kite e che da qualche anno sta facendo wingfoil con buoni risultati. Con una bella dose di adrenalina e tensione ho iniziato la mia Heat contro di lui, un testa a testa ad ogni salto. Devo dire che l’ansia di perdere ed andare subito contro Balz Múller, il più forte atleta degli ultimi 10 anni, si faceva sentire. Riesco a superare Stefan per pochissimi centesimi di punto e all’uscita dall’acqua ho guardato mio padre che aveva il punteggio dei giudici tra le mani. Quando ho visto il pollice alzato ho fatto un sospiro liberatorio pazzesco! 😅 Sono passato io per soli 0.27 cent di punto! (17.13 – 16.89 )La prima giornata si conclude con questa vittoria, quindi ho potuto riposare ed aspettare il giorno successivo: mi sarei confrontato con un atleta locale da non sottovalutare. Il secondo giorno passo facilmente il turno con S.Carentz (@sam_carentz), un atleta del posto che conosce bene lo spot. Unico problema è il francese Malo che aveva passato tutti i turni e che, come temevo, avrei trovato al Round 4; questo pensiero non mi ha fatto dormito tanto sereno. 😃Il mattino seguente con un po’ di agitazione mi sono preparato presto e sistemato tutta la mia attrezzatura per primo in spiaggia. Anche Malo ha avuto la mia stessa idea , entrambi evitiamo di incrociare gli sguardi.Per tutta la mattinata siamo rimasti in attesa del vento che però ha deciso di prendersi un giorno di pausa quindi il comitato di gara ha deciso di farci fare un Expession nelle Onde di Tarifa.La gara consiste nell’essere trainati dalle moto d’acqua e riuscire a surfare le fantastiche onde dell’Oceano Atlantico. In molti sono rimasti sul bagnasciuga , timorosi di affrontare la forza del mare. Non potevo perdere questa occasione e, nonostante la mia inesperienza, sono riuscito a raggiungere la moto d’acqua e realizzare il sogno di sentirmi leggero sulla cresta dell’onda .Gli atleti francesi hanno dato spettacolo e proprio Malo ha lasciato il pubblico a bocca aperta grazie ai sui backflip e alle carvate eleganti su onde veramente grandi. Nel quarto e ultimo giorno di gara, il vento soffiava intenso già dalle prime ore dell’alba e tutto era ancora da decidere, soprattutto le gare race.I giudici hanno dato il primo start alle 8 quando ancora il sole non era alto nel cielo. Non c’era tempo da perdere e gli atleti si esibiscono uno dietro l’altro dando spettacolo, sostenuti dall’applauso del pubblico.Il momento era arrivato, dovevo rimanere concentrato perché sapevo che il confronto con Malo avrebbe condizionato tutto il resto della giornata.Un testa a testa fino all’ultimo secondo, i giudici non hanno pubblicato i risultati così nessuno in spiaggia poteva suggerirmi se servisse spingere ancora di più. Gli otto minuti di sfida sembravano infiniti ed entrambi eravamo in ansia. Ho superato il mio temuto avversario con ben 2,15 punti di distacco. Ora dovevo solo rimanere lucido, pensare alla giusta strategia da adottare per migliorare i miei salti così da ottenere il punteggio più alto.Con Gregorio Pugliese, un atleta italiano di cui conoscevo il repertorio di manovre, non ho voluto rischiare; dovevo solo passare la heat con salti semplici ma perfetti.Sono arrivato in semifinale e i giochi ora si facevano veramente difficili. Ad aspettarmi c’era Julienne Salmon , tedesco che aveva battuto il grande Francesco Capuzzo e di cui sapevo ben poco.Una volta in acqua ho eseguito un front side 360 quasi perfetto che mi ha dato una grande carica; Salmon continuava a crashere ed io invece cercavo di essere impeccabile.Ho concluso la heat con più di 5 punti di vantaggio, il podio era garantito! Ero già felice del mio risultato, avrei disputato la finale con un colosso come Balz Muller .Sono entrato in acqua molto rilassato perché, comunque fosse andata, ero soddisfatto delle mie performance. Proprio questo mi ha liberato dalla tensione ed ho iniziato a saltare…
Un giorno, tre autunni
Raccontare le immagini Di solito sono i testi letterari a fornire ispirazione agli artisti per le loro opere visive, ma che succede quando il percorso è inverso? “Dimmi cosa vedi”, questo l’invito rivolto agli studenti delle attuali classi quarte B e C dalla prof.ssa Roberta Belli: ne sono nati racconti intensi, originali, talvolta sorprendenti, spesso espressivi della particolarissima condizione sociale ed esistenziale in cui sono stati scritti, ossia l’emergenza sanitaria, con la sua solitudine e i suoi drammi. Un giorno, tre autunni Un racconto di Caterina Tonini, classe 4C 2020/21 Ispirato all’opera Nighthawks, Edward Hopper, 1942 La amavo, la amavo tanto. Sì, sto parlando di lei, Elizabeth, quella bellissima donna accanto a me, dai capelli rossi, che quando arrivava l’estate si tingevano di un bel colore arancio carota. Io la prendevo sempre in giro e lei reagiva in modo sconsiderato, come quella volta che per rabbia si tagliò la folta chioma fino alle spalle, per poi, naturalmente, pentirsene. “Non provocarmi, guarda che sto per prendere le forbici!” “Dai ferma, non arrabbiarti… Carotina” “E va bene allora… ZAC!” Ogni volta che si arrabbiava, mi bastava portarla in quel piccolo bar sull’angolo per farle tornare il buon umore, quel bar che la faceva stare tanto bene, senza averne mai capito il perché. Forse perché non era mai tanto affollato, forse perchè facevamo interessanti, lunghe e talvolta frivole chiacchierate con il barista, con il quale ormai eravamo arrivati a chiamarci per nome, o forse perchè della travolgente e stuzzicante musica jazz era sempre presente all’interno di quelle pareti di vetro. Magari le piaceva e basta, senza alcun pretesto. Lei era fatta così. Mi ricordo ancora quella volta in cui solo tre persone erano sedute al bancone: io, Elizabeth e Paul, uno scrittore sulla settantina. Nella sua vita compose un solo romanzo, a mio parere sottovalutato. Me ne regalò una copia e in prima pagina mi fece persino una dedica: “Per fortuna non sei come tuo padre, caro William.” Non scorse mai buon sangue fra i due: c’era sempre stata grande rivalità fra mio padre e Paul, causata dal fatto che entrambi si mantenevano scrivendo. Un giorno, rientrato da una lunga ed estenuante giornata di lavoro, Paul scoprì mio padre a letto con sua moglie, e da lì in poi i due non poterono più stare nella stessa stanza assieme. Mio padre morì qualche anno fa e, nonostante quello che avesse fatto passare al romanziere, Paul decise di andare al funerale, perché sotto sotto l’aveva sempre considerato uno scrittore capace, esperto. Mio padre era un bastardo. Era un bastardo quando arrivava a casa dopo aver alzato un po’ troppo il gomito e cominciava a picchiarmi, era un bastardo quando tradiva mia madre per l’ennesima volta con donne più giovani e più belle ed era ancora più bastardo quando in pubblico faceva credere che fossimo la famiglia perfetta, soltanto per avere approvazioni. Però da un lato devo ringraziare mio padre, devo ringraziarlo per avermi dato il perfetto esempio di uomo che non dovevo diventare. Mi sono promesso che in futuro sarei stato un uomo migliore, che non avrebbe mai tradito o alzato le mani sulla sua donna. Sarei stato un buon marito, a tutti i costi. E lo sono stato con Elizabeth, eravamo molto innamorati, tutto andava bene. Anche il suo di passato non era un granché, ha avuto molti bassi anche lei, ma da quando ci siamo incontrati riuscivamo a rivedere il mondo a colori. Eravamo felici, talmente felici che qualcuno decise che fosse troppo. Elizabeth era molto intelligente ed era riuscita ad avere un lavoretto nella boutique di moda della signora Ross. Non dava fastidio a nessuno, non voleva essere al centro dell’attenzione o risultare superiore agli altri, cercava sempre e solo di fare meglio che poteva nel suo piccolo. Era così divertente, aveva un risata molto dolce, come quella di una spensierata bimba di otto anni e scherzava sempre, ma sapeva anche quando c’era bisogno di essere seri. Amava il colore rosso, le peonie e quando la baciavo da dietro, sul collo mentre cucinava la cena, baci lenti e delicati, che sfioravano la sua pelle morbida e quasi color bianco candido. La amavo talmente tanto che l’idea di perderla mi spaventava, mi terrorizzava. Era la mia ancora di salvataggio, mi faceva bene al cuore credo più di quanto io facessi bene al suo. Erano le dieci del mattino di una grigia giornata di novembre e una macchina con a bordo due uomini incappucciati arrivò davanti al negozio in cui lavorava. Un solo colpo, dritto al petto. Fu questo a portarmela via. Avrei preferito perdere me stesso piuttosto che perdere lei, perché sarebbe stato meglio non sapere più chi fossi piuttosto che perdere ciò che mi aveva reso una persona migliore. Ora un giorno sembrano tre autunni, il tempo si è fermato e l’idea di raggiungerla nella mia mente diventa una possibilità sempre più concreta. La gente mi guarda con pietà, portando a galla voci sul mio passato difficile e la cosa mi manda in bestia. Tanto ho faticato a dimenticarmene, tanto facile questa gente lo riporta nei miei pensieri. Come mi manca la mia bella Elizabeth, era l’unica che sapeva calmarmi in queste situazioni. Devo andare da lei, il più presto possibile… Sto arrivando, amore mio, ora non sarai più sola e non lo sarò nemmeno io.
Limiti di leggibilità
Cosa sono i font basati sui limiti di leggibilità? I font sono strumenti di comunicazione ed espressione. Ne esistono di diverse tipologie e vengono scelti per ogni progetto in base alla destinazione, alla funzione e al messaggio che si vuole trasmettere. Molte sono le caratteristiche che questi devono avere, prima fra tutte è la leggibilità, la chiarezza e la funzionalità con cui un testo può quindi essere letto e capito. Fin da piccoli la nostra mente è stata allenata ad individuare le figure che ci sono familiari. Questa nostra esperienza ci permette di riconoscere le forme delle lettere anche solo guardandone pochi tratti, senza il bisogno di vederle nella loro forma completa. Esistono numerose font che si sviluppano su queste basi e sfruttano i limiti di leggibilità. In particolare esse sono un’elaborazione, una sintesi della forma di partenza, avvicinandosi a risultati inconsueti che ne modificano la comprensibilità iniziale, senza però annullarla. I modi per realizzare font ai limiti della leggibilità sono molti: possono nascere attraverso una serie di tagli, omissioni, tenendo solo le parti più significative dei glifi, alterando le dimensioni dei tratti essenziali o lavorando sulle loro forme e controforme o addirittura modificando i normali rapporti tra bianchi e neri. Possiamo ritrovare la ragione di questa caratteristica in un principio fondamentale della Gestalt, corrente psicologica che si sviluppò in Germania all’inizio del ’900. Tra i suoi principi fondamentali possiamo trovare il principio dell’esperienza passata secondo il quale la personale esperienza dà forma alle nostre percezioni. Questo accade quando noi guardiamo gli elementi di un insieme che possono farci riconoscere un determinato oggetto, riuscendo a percepire quegli elementi come l’oggetto stesso; la mente li raggruppa per ricostruire la forma presente nella nostra memoria visiva. Per esempio nella figura azzurra, qui sotto, non vediamo solo tre segmenti distinti ma percepiamo in modo chiaro e netto tutta la lettera “E”. Questo succede perché conosciamo la lettera “E” e le linee disposte in questo modo danno forma ad un ricordo che ci permette di percepirla, anche se in realtà non è presente. Chiara Togni, 5C grafica
Immersi nelle onde
Anche se forse non lo sappiamo o non ce ne accorgiamo, siamo tutti i giorni immersi nelle onde! Lo hanno sperimentato i ragazzi delle classi quinte del Liceo Depero, svolgendo un’attività laboratoriale promossa dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto nell’ambito dello studio delle onde in fisica. Gli studenti si sono messi in gioco nel cercare di spiegare quanto già sapevano dei fenomeni ondosi e scoprire cose nuove utilizzando diversi materiali (tappo di sughero, stuzzicandenti, righello, pipetta, plastilina, sasso) in una bacinella di acqua. Il ballo della fiamma a suon di musica e il ponte che entra pericolosamente in risonanza li ha lasciati stupiti ed entusiasti e li ha spinti a formulare tante domande alle quali le esperte hanno risposto con grande professionalità. Il tempo non è stato molto, ma ha consentito di guardare pure verso l’alto, nel cielo stellato, e di fare anche un piccolo salto nel mondo delle onde elettromagnetiche. D’altronde, in ogni istante della nostra giornata siamo totalmente immersi in questo tipo di onde, che provengono da sorgenti diverse ma differiscono tra loro solo per la frequenza! Precedente Successivo
Lasciare un segno – Stefania Mazzola
Il workshop dell’artista Stefania Mazzola, “Lasciare un segno” è il primo di un ciclo di tre e parte di un progetto più ampio promosso dal Distretto Santa Maria di Rovereto. Stefania Mazzola (Rovereto,1992) vive e lavora a Venezia. É una ex studentessa del Liceo Depero. “La sua pratica artistica risiede dove natura e artificio si compenetrano, dove la linea retta viene interrotta dalla frammentazione delle foglie, delle piante, dei nostri passi, il tempo trascorso altrove” – raccontano Veronica Bellei e Francesca Piersanti, organizzatrici del progetto. Stefania Mazzola ha proposto un laboratorio rivolto agli studenti dei licei artistici del territorio per sperimentare la creazione di un “fossile personale”, utilizzando prevalentemente sostanze naturali, quali lastre di gesso e argilla per ripercorrere concettualmente la formazione delle stratificazioni rocciose che si trovano frequentemente nel territorio trentino. Immaginando il tempo come un flusso continuo di eventi, dove noi tutti ci inseriamo, i partecipanti al workshop hanno potuto imprimere un segno, una traccia del proprio passaggio, attraverso l’impressione di alcuni oggetti personali o di piante e fiori appena raccolti. Il workshop di Stefania Mazzola è il primo di tre workshop d’artista che indagano il rapporto tra scienza e arte contemporanea con un approccio laboratoriale dove gli studenti dei licei artistici di Trento e Rovereto possono sperimentare l’uso di diverse tecniche artistiche, confrontandosi direttamente con l’artista. Si tratta di un vero e proprio rapporto tra studente che partecipa e artista che guida, in una dimensione informale dove si ha la possibilità di dialogare e di condividere insieme esperienze, idee e percorsi. Uno sguardo verso il futuro per conoscere da vicino la professione dell’artista, e proiettare forse noi stessi in quell’universo di forme e colori, da considerare come reale percorso e possibilità una volta conclusa la maturità. “Il workshop di Stefania Mazzola ci ha accolto e permesso di venire a contatto con la materia prima della sua arte” – Robert 3C “É stata una bella esperienza per sperimentare ciò che durante la pandemia non siamo riusciti a fare” – Camilla 3B “L’evento mi ha permesso di entrare in contatto con realtà artistiche, permettendomi di comprendere l’importanza che sta dietro a ciò che l’artista produce.”- Francesca 5B Info sull’artista: www.stefaniamazzola.com
Itinerari deperiani
Passeggiate fuoriporta con Depero “Itinerari deperiani. Passeggiate fuoriporta” è un progetto realizzato in collaborazione con l’Archivio del ‘900 che ha coinvolto gli studenti delle classi quarte del Liceo artistico “Depero” di Rovereto a partire dall’anno scolastico 2017/2018.Lo scopo era quello di valorizzare la figura di Depero attraverso la “riscoperta” delle sue passeggiate nei dintorni di Rovereto. Di queste escursioni l’artista ha lasciato significative testimonianze conservate nel Fondo Depero del Mart: schizzi, disegni, dipinti, lettere e appunti che descrivevano scorci e paesaggi che lo avevano particolarmente impressionato. Ripercorrere questi itinerari può essere l’occasione per far conoscere il territorio attraverso gli occhi di Depero, rilevandone anche le trasformazioni che ha subito nel corso del tempo. Gli studenti, attraverso una modalità didattica innovativa, hanno avuto l’opportunità di affrontare la vicenda artistica e professionale di Depero. Presso l’Archivio del ‘900 coordinati dagli esperti del museo, hanno condotto un lavoro di ricerca e di uso delle fonti che aveva come obiettivo la realizzazione di un prodotto comunicativo. In un secondo tempo le “esplorazioni” sul territorio, documentate con fotografie dagli studenti, hanno permesso di verificare le conoscenze acquisite e proporre le prime soluzioni progettuali. Un “compito di realtà”, quindi, che rientra a buon diritto anche nell’Alternanza Scuola Lavoro, poiché permette agli studenti di sperimentare le competenze acquisite nel percorso curricolare degli indirizzi di Grafica, Design e Audiovisivi, in funzione di un progetto rivolto all’intera classe, su richiesta di una committenza esterna.Il risultato è stato la creazione di due itinerari con relative mappe e segnaletica. Rovereto > Noriglio Il primo – da Rovereto a Noriglio – da percorrere a piedi partendo dal Museo Depero, è caratterizzato da otto punti di interesse lungo il percorso, opportunamente illustrati con disegni, fotografie, immagini che potranno rendere più stimolante l’esperienza del visitatore che la utilizzerà. Noriglio > Serrada Precedente Successivo Il secondo itinerario invece – il cui progetto è stato presentato al Mart lo scorso 4 novembre 2021, nell’ambito della mostra dedicata a Depero – va da Noriglio a Serrada, “eremo alpestre” dell’artista nel quali visse momenti di grande ispirazione immerso in un “paesaggio cangiante” paradisiaco e selvaggio al contempo, che spesso rappresentò nelle sue opere. Gli studenti di Discipline grafiche hanno realizzato il logo degli itinerari, le icone dei punti di interesse, le immagini fotografiche, le grafiche complete della mappa e la mappa stessa. La mappa del secondo itinerario è diventata anche la copertina di uno sketch book distribuito dall’APT. Le classi di Design hanno progettato un totem informativo e alcune proposte di sedute per punti panoramici individuati lungo il percorso. L’indirizzo Audiovisivi, infine, ha dato voce e interpretato gli scritti di Depero che attualmente accompagnano le tappe con una audioguida presente sulla piattaforma di izi.travel.
Il buio fuori dalla locanda
Raccontare le immagini Di solito sono i testi letterari a fornire ispirazione agli artisti per le loro opere visive, ma che succede quando il percorso è inverso? “Dimmi cosa vedi”, questo l’invito rivolto agli studenti delle attuali classi quarte B e C dalla prof.ssa Roberta Belli: ne sono nati racconti intensi, originali, talvolta sorprendenti, spesso espressivi della particolarissima condizione sociale ed esistenziale in cui sono stati scritti, ossia l’emergenza sanitaria, con la sua solitudine e i suoi drammi. Il buio fuori dalla locanda Un racconto di Chiara Cia, classe 3C 2020/21Ispirato all’opera Automat, Edward Hopper, 1927 “Buona sera signora, cosa le porto?”“Mi porti un caffè lungo, niente zucchero gentilmente”“Ma certo, nient’altro?”“Solo il caffè grazie”Il locandiere annuì, e io mi sedetti sulla prima sedia che vidi di fronte a me posando la borsetta al mio fianco. La locanda era vuota e molto silenziosa, il che contrastava con la mia impressione di essere di corsa, di dovermi sbrigare. Mi sembrava come se fossi incredibilmente in ritardo per qualcosa di importante, ma non ne ricordavo il motivo. Tamburellavo impazientemente le dita sul tavolo, cercando di ricordare, quando il proprietario della locanda raggiunse il mio tavolo con una tazzina in mano. Quell’uomo così massiccio, alto e largo nella stessa misura, sembrava potesse disintegrare la minuscola tazzina solamente con una leggera pressione delle dita. Eppure aveva il volto più gentile che avessi mai visto, somigliava a un bambino cresciuto troppo in fretta. Mi sorrise e le sue grosse guance si alzarono fino a coprirgli gli occhi, posò la tazzina di fronte a me e tornò al bancone a pulire bicchieri e tazzine. Lo guardai allontanarsi nella sua strana camminata colossale e mi chiesi come facesse a non urtare i tavolini tra cui si faceva largo. Inoltre sembrava un uomo piuttosto felice, con quell’aria da strano orso enorme, e non sembrava affatto stanco nonostante fosse tarda sera. Mi resi conto che non avevo idea di che ore fossero. Fuori era buio pesto, mi voltai e osservai la grande vetrata dietro di me che dava sull’esterno e non vidi nient’altro che l’oscurità e il riflesso dei lampadari della locanda. Estrassi dalla tasca il mio orologio e scoprii che la lancetta dei secondi era ferma. L’orologio aveva smesso di funzionare. Era un peccato, mi era stato donato da una persona importante. Però non aveva più importanza ormai, spostai l’attenzione altrove per non farmi prendere dai ricordi, meglio scoprire che ore erano. Ispezionai i muri, non c’era un orologio da nessuna parte, ma grazie a un movimento del polso del locandiere, dovuto allo spostamento di un bicchiere sporco, notai che portava un piccolo orologio luccicante.“Mi scusi, mi sa dire che ore sono?” domandai all’uomo che lentamente posò il bicchiere, si voltò e mi sorrise. Portò il polso davanti al grasso viso arrossato e fissò l’orologio per alcuni secondi.“Mi dispiace, il mio orologio non funziona,”disse accarezzando delicatamente la superficie dell’oggetto e riponendo la mano nel lavabo per pescare un altro bicchiere da pulire, “si è bloccato diversi anni fa, lo porto per ricordo.”“E come fa a sapere che ore sono scusi?” chiesi visibilmente spazientita. Com’era possibile che in un locale non vi fosse nemmeno un orologio?“Non so mai che ore sono” rispose senza alzare gli occhi dal lavabo ma sempre sorridendo giocosamente.“Allora mi dica come fa a sapere quando finisce il suo turno” dissi alquanto confusa. L’uomo si mise a ridere, sembravano colpi di tosse piuttosto che risate in realtà, colpi di tosse ritmati in modo da formare una risata.“Il mio turno non finisce, gentile signora, non inizia e non finisce” disse una volta interrotta la strana risata.“Ma certo, vorrebbe farmi credere che si trova in questa tavola calda da sempre e che non ha una casa?” domandai con tono di scherno.“Sì, signora, è esattamente come ha detto lei” rispose contrariamente a come mi aspettassi. Io stavo scherzando, era ovvio che questo enorme uomo non vivesse in quella misera tavola calda. “O meglio, non sono qua da sempre, diciamo che quando terminai di vivere la mia vita venni qua e da allora non me ne sono mai più andato.” Concluse la frase con un ampio sorriso gentile. Capii che stava scherzando, mi stava prendendo in giro, ma non ero in vena di ridere quel giorno, avevo ancora quella sensazione di essere in ritardo che mi turbava. Così raccolsi la borsetta ed estrassi qualche spicciolo che lasciai sul tavolo a fianco al caffè ormai freddo che non avevo bevuto, dopodiché mi alzai e feci per aprire la porta.“Arrivederci signora” esclamò il locandiere, non mi voltai ma non ne avevo bisogno per immaginare l’espressione insolitamente allegra. Aprii la porta e una volta fuori non vidi niente. Completamente buio, non c’erano le luci della città o automobili o lampioni. Ma non era nemmeno il solito buio della notte, non c’erano stelle, non c’era la luna, solo una innaturale oscurità che sembrava volesse agguantarmi. Portai le mani davanti al viso, non le potevo vedere. Un forte vento mi scosse i capelli e il cappello volò via. Sembrava spingermi verso l’oscurità e aumentava sempre di più fino a quando mi iniziò a spostare, sentivo sotto le mie scarpe la terra che rimaneva dov’era e io che inesorabilmente avanzavo senza potermi fermare. Una paura immane mi travolse, non sapevo cosa stesse succedendo ma sapevo che dovevo tornare immediatamente nella tavola calda, così mi voltai nella direzione che speravo fosse quella che mi avrebbe portata al sicuro. Con enorme fatica mossi il primo passo e poi il secondo e poi il terzo. Lentamente stavo riuscendo a tornare indietro. In lontananza vidi una luce e mentre mi avvicinavo si faceva sempre più chiara la figura della locanda. Mi aggrappai alla maniglia e spalancai la porta. Il rumore del vento cessò immediatamente e venni travolta dalla luce dei lampadari. Mi fissai le mani e vidi che l’oscurità in cui mi ero ritrovata era talmente densa che ancora ne ero ricoperta. Sembrava del fumo, così, ancora spaventata e scossa iniziai ad agitare le braccia e a colpirmi il…
Pieghevole Avis
Nel corso dell’a.s. 2019-2020 l’attuale classe 5^C indirizzo grafica ha iniziato il progetto presentato dall’Avis Rovereto e accolto dal docente Maurizio Cesarini finalizzata alla realizzazione dei progetti grafici di un pieghevole informativo da distribuire tra i giovani. Dopo l’interruzione forzata dovuta alla pandemia, finalmente mercoledì 13 ottobre Presso il Liceo artistico “Fortunato Depero” a Rovereto ha avuto luogo la presentazione dei progetti, alla presenza della presidente Avis, Sig.Ra Lucia Ongaro, del vicepresidente Sig. Giuseppe Carbone e della dirigente del Liceo delle Arti, Dott.ssa Daniela Simoncelli. Il pieghevole scelto tra quelli elaborati dai ragazzi della classe 5^C – Grafica per il progetto “AVIS”: si tratta di “MEMO” di Chiara Togni, per “l’immediatezza del messaggio, appuntato come un post-it, ci è sembrato il più efficace per soddisfare la nostra esigenza di comunicare in modo chiaro e immediato ai giovani studenti delle scuole superiori le informazioni indispensabili per diventare donatori di sangue”. La presidente sig.ra Ongaro, ha anche sottolineato la difficoltà di scegliere tra tutti gli elaborati per creatività e sensibilità dimostrata dai ragazzi rispetto al messaggio di solidarietà e di dono che AVIS intende diffondere tra i giovani.
Medaglia di palazzo Schicardt / Museo della Città
Domenica 10 ottobre 2021 è avvenuta la premiazione del concorso per la realizzazione della medaglia dedicata a palazzo Sichardt – Museo della Città – in occasione della XXVI Mostra sociale filatelica, numismatica e cartofilia, che ha avuto luogo all’Urban Center di Rovereto dall’8 al 10 ottobre 2021. La premiazione corona il lavoro svolto, a partire dall’anno scolastico 2020-2021, dai ragazzi delle classi 1A, 1B, 1C e 1D e dai loro docenti di discipline plastiche Luigi Cocciola, Fabiola Riela e Luisa Vanzetta. Ben 48 alunni avevano presentato il proprio elaborato e data l’ottima qualità generale dei lavori non dev’essere stato facile scegliere per la Commissione costituita dal Circolo, composta dal prof. Mario Cossali, dal presidente del circolo Marco Turella e dal segretario Nereo Costantini, riunitasi presso la succursale del Liceo artistico F. Depero lo scorso 23 giugno. Dopo un attento esame, i lavori selezionati sono stati quelli di tre studentesse dell’attuale 2^B, ossia Compare Chiara, Siroli Lisa e Zanella Ilaria. La medaglia di Chiara, la prima classificata, è stata poi coniata in bronzo proprio in occasione della XXVI mostra appena conclusa. La commissione del circolo numismatico ha reso note le motivazioni della scelta: “la capacità di tenere assieme la molteplicità di interessi del museo civico-della città in un quadro unitario plastico vivace, nel quale i diversi elementi risaltano in ogni caso nella loro singolare pienezza”. Complimenti vivissimi a Chiara e ai suoi insegnanti! Chiara Campare – classe1B Precedente Successivo Link del progetto: Fondazione Museo Civico di Rovereto | Circolo Culturale Numismatico – Filatelico Roveretano
Poster Rotary
Anche quest’anno i distretti italiani del Rotary International hanno bandito il Concorso Nazionale Rotary “Legalità e cultura dell’Etica”, finalizzato a favorire negli studenti delle scuole secondarie di primo e di secondo grado azioni positive per lo sviluppo di una coscienza etica, consapevole e coerente con i principi della legalità. Considerando la pandemia, che ha preso il controllo delle nostre vite da più di un anno, il tema prescelto per questa edizione del concorso non avrebbe potuto essere più attuale e più delicato: “Emergenza sanitaria ed economica tra diritti, libertà sospese, solidarietà e interessi comuni: il ruolo delle istituzioni e dei cittadini”. I più giovani sanno bene quanto sia costato rispettare le regole, agire per il bene della collettività e allo stesso tempo convivere con i propri bisogni di socialità, di relazioni, di esperienze ed è forse per questa ragione che gli studenti della V A del Liceo artistico F. Depero di Rovereto hanno accolto la proposta di partecipare al concorso con entusiasmo, quasi con un senso di liberazione. “Affrontare questo momento difficile ci ha fatto riflettere, tanto che, per quest’anno ‘in sospeso’, abbiamo sentito il bisogno di aprirci. Questo periodo di lockdown ha accumulato in noi dei macigni talmente grandi che più tentiamo di ignorarli, più ne veniamo sopraffatti”, si legge nel manifesto di presentazione, “di che cosa abbiamo davvero bisogno? Beh..di buttare fuori tutto, tutto quanto, tutte le frustrazioni e le paure!”. E lo hanno fatto, con profondità, senso critico, originalità e con lo sguardo sempre rivolto alla nostra Costituzione. Il bando, infatti, richiedeva l’ideazione e la realizzazione di diversi elaborati sulle suddette tematiche, sotto forma di racconti brevi, articoli, manifesti, cortometraggi, fotografie ecc. Nel nostro caso il genere prescelto è stato il manifesto, in conformità con le specificità formative dell’indirizzo della classe coinvolta, ossia Discipline grafiche. La prof.ssa Maria Eletta Baroni, referente del progetto, ha guidato i ragazzi nelle fasi progettuali e nella realizzazione finale dei poster, 17 in tutto, tra i quali è stato davvero difficile selezionare i migliori, vista la loro qualità e forza espressiva. Tuttavia il bando prevedeva che gli Istituti scolastici scegliessero gli elaborati migliori e più originali dei loro studenti, fino ad un massimo di quattro per ogni classe, per concorrere poi alla selezione nazionale, e così è stato. A malincuore gli altri 13 manifesti sono rimasti nel cassetto, finché il confronto tra la docente, gli studenti e la Dirigente Daniela Simoncelli, che ha sostenuto fortemente il progetto sin dall’inizio, ha permesso di realizzare il desiderio di darne visibilità alla cittadinanza di Rovereto, in modo che potessero diventare spunto di riflessione per tutti. Grazie al patrocinio del Comune di Rovereto, tramite l’assessora alla Cultura, Creatività giovanile e Innovazione Micol Cossali, al contributo del dr. Alessandro Piccoli del Rotary Club di Rovereto e del dr. Valter Baldassi referente del Rotary Triveneto, i 17 poster (di dimensione 70×100 cm) saranno esposti a Rovereto in via Roma a partire dalla fine di maggio e resteranno visibili fino al mese di settembre 2021. La premiazione del Concorso Rotary Nazionale, invece, avrà luogo a Roma il 19 giugno: chissà che uno dei vincitori non sia tra i poster di Rovereto! Precedente Successivo
Design, archivio del 900
Depero e il design: gli studenti del liceo artistico all’Archivio del’900 per ispirarsi all’artista trentino A conclusione dell’anno scolastico gli studenti delle classi 3 A e 3 D dell’indirizzo Design del Liceo artistico “Depero” di Rovereto hanno presentato i prodotti realizzati nell’ambito del progetto “Depero e il design: la seduta”. L’esperienza, che rientra nelle attività di Alternanza Scuola Lavoro, è stata sviluppata con l’Archivio del 900 del Mart, con il quale nel corso degli anni si è consolidato un importante rapporto di collaborazione come testimoniano alcuni progetti quali la Casa Elettrica o gli Itinerari deperiani.In questo caso gli spazi dell’Archivio del ‘900 sono diventati per gli studenti un vero ambiente di apprendimento non formale, che si integra in maniera organica con il processo formativo che avviene a scuola. Le classi divise in piccoli gruppi hanno lavorato coordinati dai docenti e dai referenti dell’archivio. Dopo aver approfondito la vicenda artistica di Depero, anche attraverso i materiali originali conservati nel Fondo Depero e la visita alla Casa d’Arte Futurista Depero, il lavoro si è concentrato su alcuni manufatti di proprietà del Museo: due sedie per il Cabaret del Diavolo.Ogni studente ha svolto un’attività di ricerca, rilievo e documentazione del manufatto di Depero, allo scopo di sviluppare una proposta progettuale nuova. A partire dalla rielaborazione dell’oggetto attraverso l’osservazione e il ridisegno l’idea è stata sviluppata in un iter progettuale completo fino ad arrivare al progetto scelto restituito nella modellazione 3d e in modellistica. L’Archivio del ‘900 ha fornito le riproduzioni dei materiali documentari ed un importante supporto nel corso delle diverse fasi del lavoro. Le sedie deperiane con le loro forme e colori hanno ispirato agli studenti soluzioni diverse ed originali: tavolino da salotto, libreria, armadio, lampada, chaise longue, altalena.In occasione dell’incontro, che ha avuto luogo lunedì 3 giugno, ogni studente ha presentato ai referenti dell’Archivio in veste di ipotetici “committenti” esterni, il prodotto realizzato attraverso elaborati grafici completi, rendering e documentazione fotografica dei modellini realizzati, spiegando scelte e soluzioni adottate. Innovazione didattica e flessibilità caratterizzano l’indirizzo “design” del liceo Depero e quindi anche questa esperienza formativa, che ha offerto agli studenti l’opportunità di conoscere il luogo dove si conservano gli archivi di alcuni dei protagonisti della storia dell’architettura e del design del Novecento italiano e le professionalità che vi operano. Al tempo stesso ha favorito un lavoro d’integrazione tra le discipline storico-artistiche e progettuali secondo una modalità che favorisce lo sviluppo delle competenze attraverso “compiti di realtà”.
Logo Rotaract
Premiato il Liceo Depero per il nuovo logo Rotaract Martedì 23 febbraio si è tenuta la cerimonia ufficiale di premiazione del vincitore del progetto lanciato dal Rotaract Club di Rovereto – Riva del Garda assieme al Liceo Depero per la creazione del nuovo logo del Club. Ai ragazzi della classe 5C del percorso di grafica, guidati dal Professor Maurizio Cesarini, è stato chiesto di sviluppare un logo che potesse rappresentare le due città trentine in cui l’associazione giovanile di volontariato Rotaract opera. La sfida lanciata ai ragazzi non era facile viste le diverse identità delle città di Rovereto e Riva del Garda, ma dopo una serie di consultazioni fra i membri del Rotaract Club, è stato finalmente decretato il logo vincente, realizzato da una studentessa: il simbolo grafico elaborato deriva dalla fusione di due elementi architettonici di chiara ispirazione deperiana: la cupola del Mart a Rovereto e la Torre Apponale di Riva del Garda. La scelta di tali elementi visivi è riconducibile al fatto che entrambi sono rappresentativi delle due città. Il simbolo grafico, infatti, è inscritto all’interno di un cerchio – che è associato alla cupola del Mart – per comunicare condivisione ed unità d’intenti. Il Rotaract Club si è detto estremamente soddisfatto della scelta finale fatta e verserà una donazione alla scuola che servirà per l’acquisto di materiale didattico. La Past Presidente del Rotaract Club Rovereto – Riva del Garda, Serena Galli, che ha seguito in primis il service, ha dichiarato a nome di tutto il club di essere rimasta piacevolmente colpita dallaqualità e creatività dei lavori presentati e dalla professionalità con cui tutti i ragazzi hanno preso parte al progetto. Il logo scelto, realizzato da una studentessa della classe 5C Il logo scelto, realizzato da una studentessa della classe 5C Precedente Successivo
Scegli da che parte stare
Dalla Sicilia al cuore dell’Europa: “Scegli da che parte stare”. Un percorso di Educazione civica con due docenti d’eccezione al Liceo Depero “Scegli da che parte stare” è il titolo perentorio di un progetto di educazione civica rivolto alle classi terze e quarte del Liceo artistico F. Depero di Rovereto, sui temi del diritto alla cittadinanza e dell’arte come strumento di sensibilizzazione rispetto ad esso. Il primo appuntamento ha avuto luogo mercoledì 14 aprile con il prof. Vincenzo Antonelli, docente di diritto amministrativo presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, già lo scorso anno intervenuto tempestivamente in una videoconferenza per il Depero sul tema della “Libertà in emergenza”, toccando quindi un problema in quel momento particolarmente sentito dai ragazzi. Antonelli, con la passione e l’efficacia comunicativa che lo contraddistinguono, ha fornito un approccio giuridico al problema delle migrazioni, per “guardare il mondo con la lente del diritto”. Il giurista è partito dal suo vissuto, con il toccante racconto di alcuni eventi degli anni ‘90, dai misteriosi indumenti (che si seppero poi abbandonati dai migranti appena approdati a terra), ritrovati dal padre sotto gli alberi di limoni e mandorle, nei pressi di Avola, all’impegno di Don Carlo D’Antoni nella baraccopoli di Cassibile, fino al naufragio di Capo Passero del Natale del 1996, il primo di una lunga serie e il primo caso a sollevare le coscienze e ad aprire il dibattito pubblico sul problema delle migrazioni nel nostro Paese. Perché ancora oggi, tra chi intraprende la traversata per fuggire da guerra, fame, povertà, mancanza di libertà, sopravvivono solo i più forti: gli altri “se li mangia il deserto”, “se li prende in mare”, spiega Antonelli, arrivando così a chiarire il titolo del progetto. “Scegli da che parte stare” vuol dire poter scegliere dove vivere con il riconoscimento dei pieni diritti, perché questo è, almeno in origine, il concetto di cittadinanza: “il diritto ad avere diritti”. Nella storia, continua Antonelli, possiamo trovare molti esempi che dimostrano come negare la cittadinanza significhi trasformare le persone in numeri, senza diritti e identità, arrivando così al paradosso di “usare la cittadinanza per discriminare”. Risulta chiaro il riferimento ad Hannah Arendt, che ne “Le origini del totalitarismo” sancì che “il diritto ad avere diritti, o il diritto di ogni individuo ad appartenere all’umanità, dovrebbe essere garantito dall’umanità stessa”. Si tratta in definitiva, conclude Antonelli, di “una cittadinanza universale, che superi i confini degli stati nazionali a cui oggi è ancora ancorata la cittadinanza legale ed abbracci l’insieme dei diritti costituenti il patrimonio di ogni persona, indipendentemente dalla sua provenienza, l’insieme di quei diritti umani che garantiscono la dignità di ogni persona”. In sostanza, “la via per la cittadinanza è la via per i diritti umani”. Elia Li Gioi, Avola (SR) Elia Li Gioi, Museo dei migranti, Bruxelles Il secondo incontro ha avuto luogo lunedì 19 aprile con l’artista e docente di Storia dell’arte Elia Li Gioi e la dott.ssa Loredana Marchi, direttrice del Museo dei Migranti di Bruxelles, dove sono esposte alcune delle opere più importanti di Li Gioi. La peculiarità delle sue sculture consiste proprio nel riuso dei rottami delle imbarcazioni che trasportarono i migranti verso le coste siciliane. Ed è proprio la Sicilia la terra d’origine di Antonelli e Li Gioi i quali, nella loro vita e nella loro carriera, hanno fatto tesoro con impegno civico ed umanità di quanto sperimentato e visto con i propri occhi negli anni della loro infanzia e adolescenza, quando assistettero ai primi sbarchi e alle prime tragedie che, ormai, sono diventate tristemente frequenti. Li Gioi, con le sue opere che vogliono “smuovere le coscienze” rispetto ai drammi che animano anche il nostro presente, ha parlato ai ragazzi del suo percorso umano ed artistico, sottolineando l’importanza di umanizzare gli spazi ed i tempi dell’arte, della politica, di ogni manifestazione del vivere. E qui entra in campo anche la seconda accezione del titolo del progetto: perché quello “scegli da che parte stare” è anche un richiamo alle nostre coscienze, è un invito a non restare indifferenti, a non macchiarsi di ignavia, a prendere una posizione. Come ha fatto Li Gioi, da sempre impegnato a favore dell’inclusione sociale e della promozione della cultura e della solidarietà, tanto che è stato nominato Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Sergio Mattarella nel 2019, mentre il neonato Museo dei migranti di Bruxelles ha allestito un’intera ala sul tema della migrazione dei popoli nel Mediterraneo, raccontata attraverso le sue tele e soprattutto i suoi “assemblage” polimaterici, realizzati a partire dai legni e pezzi di metallo dei barconi con cui i migranti sono approdati, o hanno tentato di approdare, sulle coste siciliane. In collegamento da Bruxelles, la direttrice italiana del nuovo Museo, la dott.ssa Loredana Marchi, ha condiviso con gli studenti del Depero la sua esperienza di insegnante della lingua madre per i figli degli immigrati italiani in Belgio, grazie alla quale si è avvicinata al mondo del volontariato per l’integrazione culturale dei migranti – non solo italiani – attraverso l’associazione Foyer ed ora con l’istituzione del Museo dei migranti che, come dice Li Gioi, è una sorta di monito nel cuore dell’Europa affinché non si dimentichi o, peggio, si neghi un giorno la tragedia dei migranti in atto nel nostro tempo. D’altra parte anche le sue opere d’arte vogliono essere testimoni, sono dei totem che “raccolgono la storia dei popoli, segni del nostro tempo”. La direttrice del Museo insiste con i ragazzi sull’importanza di scegliere da che parte stare rispetto al drammatico problema delle migrazioni, che coinvolgono anche tanti loro coetanei in cerca di libertà ed opportunità. Gli studenti hanno seguito con grande attenzione e partecipazione ed hanno posto molte domande soprattutto di tipo artistico. Ad affascinarli sono stati la tecnica dell’assemblaggio e lo stesso processo creativo che rianima, con una nuova vita e un nuovo significato, materiali destinati allo smaltimento. L’artista ha risposto ai quesiti sostenendo che quei “rifiuti speciali”, provenienti dai relitti dei barconi, lo hanno chiamato con la forza delle speranze, delle sofferenze e…
Il set
Il set è divisione dei compiti, collaborazione, responsabilità ma anche sorpresa e divertimento. Noi del Depero lo sappiamo bene. Fin dal terzo anno si sperimenta il lavoro sul set, imparando la serrata divisione dei reparti e al contempo l’interdipendenza di ogni singolo elemento. Se fallisce uno falliscono tutti. Quando invece la sinergia si compie è quasi magia. Dalla fusione della creatività e la tecnica dei presenti nasce qualcosa di nuovo e inaspettato, nonostante l’attenta pianificazione. E’ la nascita di un film, che verrà “cresciuto” dai responsabili della postproduzione e si trasformerà di qualcosa d’altro ancora. Se tutto va bene avremo una nuova creatura simile a ciò che prima di mettere piede sul set ci eravamo immaginati ma allo stesso tempo sorprendentemente nuova. Ma vediamo chi sono i protagonisti sul set. Innanzitutto abbiamo un condottiero, il regista, sul quale ricade la responsabilità finale del progetto. Lui è a comando di tutti i reparti, la sua parola è legge, sempre che non debba far capo ad un produttore. Il set, infatti, è per forza di cose gerarchico. Ci vuole ordine e controllo. A differenza di altre arti dove l’artista solitario partorisce la sua opera liberamente, coi suoi tempi, su un set cinematografico è necessaria una pianificazione attenta e precisa, un ordine assoluto volto al risparmio di tempo e denaro per la massima resa con il minor sforzo economico possibile. Nel caso di una produzione più grande e strutturata il regista avrà degli assistenti, la squadra di regia, composta da aiutoregista e assistenti alla regia. Che cosa fanno i suoi assistenti? Lo aiutano ad organizzare le giornate di shooting per esempio, stabilendo orari, tempi, facendo arrivare ogni persona all’ora giusta e di conseguenza risparmiando tempo e soldi a tutti. Sotto al regista ci sono i capi reparto. Il direttore della fotografia è al comando di tutti coloro che si occupano di luce e macchina da presa. Operatori di ripresa, assistenti, elettricisti e macchinisti fanno tutti capo a lui, il direttore (per l’appunto) della fotografia, che a sua volta fa capo all’insindacabile volontà del regista. Gli elettricisti si occupano di alimentare e posizionare tutte le luci e i modificatori richiesti dal DOP. I macchinisti sono, potremmo dire gli ingegneri, sul set. Un po’ architetti, un po’ operai, un po’ ingegneri costruiscono carrelli, rig e macchinari a doc per realizzare i movimenti di macchina immaginati dal regista. Altro capo reparto è il fonico, che gestisce il delicato aspetto dell’audio in presa diretta. Normalmente porta con sé un fidato scudiero, il microfonista (o boom operator). Insieme al regista prima e con la creatività di sound designer e compositori dopo, il fonico concepisce la dimensione sonora del film. Il suono costituisce il 50% del film, direbbero in molti registi. C’è poi tutta la messa in scena. In un set strutturato avremo uno scenografo che si occupa del design degli ambienti in cui si muovono gli attori, pilastro della narrazione filmica. Un altro reparto si occupa di rendere ancora più espressivi e esteticamente appropriati alla narrazione gli attori vestendoli, truccandoli e pettinandoli per la scena. Avremo quindi costumisti, truccatori e parrucchieri. E come si suol dire “gli ultimi saranno i primi”. Possiamo avere anche un testo di Shakespeare ma senza buoni attori ad interpretare il testo non avremo un buon film. Pilastro portante della narrazione filmica è l’attore, ovvero colui che da voce ai testi dello sceneggiatore. Se fallisce lui falliscono tutti. Si potrebbe andare avanti, con segretario d’edizione, clapper, operatori specializzati come lo steadycam operator (reparto fotografia), stuntmen, vfx supervisor, DIT e chi più ne ha più ne metta. Il set è un mondo in costante espansione che varia nell’organizzazione e dimensioni a seconda del progetto. Alcune produzioni hollywoodiane possono avere set con centinaia di persone (vedi i colossal). Al liceo F.Depero abbiamo laboratori con 10-12 persone perciò ci limitiamo normalmente all’essenziale: regista, direttore della fotografia, operatore, fonico e attori. Ciò che importa è apprendere l’importanza della creazione sinergica che è alla base di ogni buon prodotto audiovisivo. Jordi Penner insegnante dell’indirizzo Audiovisivi
L’universo e il posto dell’uomo in esso
Incontro con Sander MooijL’universo infinito, sconosciuto, da esplorare è l’ultima frontiera dell’umanità che, sin dall’antichità, cerca di capire se stessa ed il proprio posto nel mondo. Per questo è la dimensione ideale di un incontro tra fisica, filosofia e ispirazione artistica.A guidare gli studenti delle classi quinte in questo affascinante percorso, è stato il fisico teorico Sander Mooij in collegamento dalla Svizzera, giovedì 18 marzo alle ore 15. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.
Coexistence
Classi terze e quarte Liceo Depero.
In collaborazione con Coexistence.life, Trentino Film Festival e Oikos
Questo sito è curato e gestito dalla redazione web e social del Liceo Depero, formata da insegnanti e studenti. Tutti i contenuti sono pubblicati nel rispetto delle attuali normative sulla privacy.
Il sito è implementato dagli studenti di grafica nel laboratorio di Web design del quarto e quinto anno e nasce come strumento didattico